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Ho avuto una discussione con mia figlia il giorno che è stata colpita da uno sparo.
Uscendo dalla porta di casa per andare a scuola aveva annunciato, nel modo in cui fanno i bambini che nel pomeriggio, invece di tornare a casa per preparare l’esame fissato per il giorno dopo, prima sarebbe andata a giocare da un’amica.

Care tutte tutti, lo so non siamo tanti e sopratutto non siamo ricchi ed ogni giorno siamo sommersi/e da infinite richieste di sostegno e di solidarietà, e ciascuna di esse importanti e utili. Cosi ve ne propongo un altra, si tratta di adottare Rajaa, una ragazza del villaggiopalestinese  di Bili'n, determinata a diventare medico, ma con davvero poche possibilità economiche.

Sabato scorso, durante la manifestazione svoltasi a Gerusalemme, mi sono guardato intorno e ho visto nelle strade un fiume di gente. Migliaia di persone che da anni non facevano sentire la propria voce. Che, chiuse nei loro problemi e nella loro disperazione, avevano perso ogni speranza di un cambiamento. Non è stato facile per loro unirsi alle urla ritmate dei giovani coi megafoni. Forse, non essendo abituate ad alzare la voce, si sono sentite imbarazzate, timorose di gridare.