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Essere contro la guerra è sempre più difficile ed essere per la pace lo è ancora di più. È lontanissimo il 2003, con la moltitudine delle bandiere arcobaleno appese alle finestre contro la guerra in Iraq.
Intanto, dopo lo tusnami e il disastro atomico atomico giapponese, è esplosa in maniera improvvisa e dirompente la guerra di Libia, appendice insanguinata della breve stagione dei gelsomini che ci ha entusiasmato con le manifestazioni di Tunisi e dell'Egitto.

Si gridò allo scandalo, all'immoralità, alla barbarie, quando, dopo la strage provocata dall'attacco alle Torri Gemelle, nei telegiornali e su internet si videro le immagini - davvero sconvolgenti - di quei palestinesi che festeggiavano l'evento. Il civile Occidente non sopportava che qualcuno potesse gioire della sofferenza di qualcun altro. Non sopportava questo? O semplicemente che qualcuno gioisse delle sue sofferenze?