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Carissima, carissimo,
oggi il problema è che la dialettica politica è sempre più scolorita, si sta svolgendo nel deserto della disaffezione dei cittadini.
Dietro le dichiarazioni sempre più sicure di sé, come vuole il copione, dietro le luci di una politica che viaggia tra giornali, TV, facebook e twitter, vi è l'indifferenza rassegnata dei cittadini, quella che non si vede, quella che non si sente ed é diffusa, piatta e sparsa come in un deserto.
Il diffondersi del rifiuto della politica, dell'indifferenza, del ritorno di qualcosa che somiglia all'oscillare plebeo tra consenso servile e rabbia incontrollata, deve fare riflettere.
Abbiamo bisogno di riflessione, di pensare, di creare la cultura della partecipazione, non di quella accademica dei soloni locali e nazionali, ma di quella politica che assume in sé la necessità della critica.

La frase del titolo si trova nella parte finale del breve romanzo «La luna è tramontata» di John Steinbeck in cui si racconta dell’improvvisa invasione della cittadina di un piccolo e pacifico paese da parte di un esercito armato e disposto a tutto (i nazisti e, forse, la Danimarca nella seconda guerra mondiale: l’autore non lo dice mai). Il popolo, abituato alla democrazia e alla libertà, all’inizio è stupito, poi subisce, poi a poco a poco si riprende e, mentre gli invasori procedono alle esecuzioni, resiste in silenzio.

Circa trent'anni fa coordinai per l'Italia una campagna di solidarietà con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Ed una delle cose che costantemente ricordavo a tutti gli interlocutori era che l'apartheid non era un residuo archeologico di un medioevo ormai definitivamente superato, ma un modello di organizzazione sociale, economica e politica che i poteri dominanti avrebbero cercato di imporre su scala planetaria. E la lotta del movimento antiapartheid in Sudafrica era decisiva per l'umanità intera. E quindi a chi chiedeva perché dovevamo essere solidali con quella lotta all'altro capo del mondo rispondevo semplicemente che non eravamo noi che aiutavamo Mandela: erano Mandela e i suoi compagni e le sue compagne che lottavano anche per la nostra libertà, che lottavano per tutta l'umanità.