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E' il nostro modo per non collaborare con chi collabora con i neonazisti

Da oggi (1 luglio ndr) inizia a Torri del Benaco, sul Lago di Garda, il meeting Boreal che riunisce le peggiori destre xenofobe europee. Al di là del dibattito apertosi su cosa sia realmente la "libertà di espressione" per tutti, resta il fatto gravissimo che il Comune ha concesso (oltre agli spazi pubblici), il "patrocinio" (che significa condivisione dei contenuti del Festival).

Un’analisi del voto referendario del 17 aprile richiede una valutazione complessa per le numerose variabili da considerare.

Tredici milioni di persone che votano SI in un referendum che si è fatto di tutto per boicottare, non sono poche, soprattutto in un paese dove la disaffezione al voto – frutto della caduta verticale di fiducia verso la politica istituzionale- è diventata di ampia portata e quasi endemica.
Il boicottaggio del voto è stato tanto manifesto, quanto evidenti sono i poteri forti che sono scesi in campo per il mantenimento dello statu quo.

«La democrazia», diceva il filosofo cecoslovacco Tomas Masaryk, «non è solo una forma di governo, non è soltanto ciò che è scritto nelle costituzioni: è un concetto dell’esistenza che si basa sulla fiducia negli uomini, nell’umanità, nella natura umana». Masaryk (1850-1937) fu presidente della repubblica dopo la prima guerra mondiale ed è il padre di Jan, più tardi ministro degli esteri. Dopo l’occupazione sovietica, 1945, il paese cambiò la Costituzione e con un golpe divenne una repubblica sotto l’influenza russa. Il povero Jan scomparve nel 1948: suicida da una finestra per qualcuno, buttato giù per qualcun altro.