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Tutto è cominciato poco più di un anno fa, quando la raccolta delle sottoscrizioni per i referendum sull'acqua come bene comune s'impennò fino a raggiungere il picco di un milione e quattrocentomila firme, record nella storia referendaria. Pochi si accorsero di quel che stava accadendo. Molti liquidarono quel fatto come una bizzarria di qualche professore e di uno di quei gruppi di "agitatori" che periodicamente compaiono sulla scena pubblica. O lo considerarono come un inciampo, un fastidio di cui bisognava liberarsi. Basta dare un'occhiata ai giornali di quei mesi.

Il missionario comboniano in prima fila da anni, in particolare sull'acqua pubblica, commenta i risultati dei referendum, che considera "un piccolo miracolo". E sottolinea l'importanza della mobilitazione del mondo cattolico e di quello missionario.
"Quello che è avvenuto con i referendum lo definirei un piccolo miracolo. In particolare quello sull'acqua pubblica. Perché abbiamo dovuto lottare in questi anni contro tutto e tutti. Ci siamo spesso trovati davanti un muro". Padre Alex Zanotelli sta festeggiando a Napoli, dove opera da qualche anno, i risultati dei quattro referendum: i due sull'acqua, il nucleare e il legittimo impedimento.

Tra le elezioni amministrative di maggio e i referendum del 12 e 13 giugno si è consumato il 25 luglio del regime. A tutti si è reso manifesto che il processo di liberazione non si è arrestato: la gente prende in  mano la sua vita; la democrazia, solo che le vengano dati gli strumenti per funzionare, resiste, e proprio nel giorno in cui Berlusconi impegnava le scelte future dell'Italia promettendo a Netanyahu che si sarebbe opposta alla nascita di uno Stato palestinese non consentita da Israele, il governo precipitava in una gravissima crisi.