Lettera al mondo: Per accedere alle nostre risorse minerarie è proprio necessario ucciderci? I giovani del Nord Kivu reclamano il loro diritto alla pace e alla vita. E un accesso equo alle enormi ricchezze della loro terra
Noi, studenti universitari di Butembo-Beni, provincia del Nord Kivu (est della Repubblica Democratica del Congo – Rdc), lanciamo un grido d’allarme. Consapevoli delle sfide e dei problemi legati alla pace e alla sicurezza nel mondo, esprimiamo la grande stanchezza nostra e del popolo congolese. Da troppo tempo siamo aggrediti, massacrati, uccisi, privati delle libertà fondamentali, spogliati della dignità umana. Abbiamo bisogno di pace.
Viviamo in guerra da più di 30 anni. La guerra è scoppiata prima della nostra generazione. Ha prodotto miseria, milioni di sfollati interni, milioni di morti. La comunità internazionale ha avuto un atteggiamento passivo. Il conflitto mette in pericolo la sovranità della Rdc e il nostro diritto alla vita. Bambini, donne e uomini sono esposti ad atrocità e ogni genere di violenze e violazioni dei diritti umani.
In questo 2025, come tutti sapete, le violenze si sono aggravate, accentuate dalla guerra di aggressione condotta dal Ruanda attraverso le milizie dell’M23/Afc che saccheggiano, uccidono, terrorizzano, organizzano il reclutamento forzato… Operano sul nostro territorio diverse centinaia di gruppi armati, locali o stranieri. Eppure, abbiamo diritto alla vita, come tutti i cittadini del mondo.
Non c’è più bisogno di provare che alla base di questa tragedia ci sono ragioni economiche ed espansionistiche.
Gli interessi materiali fanno di noi delle prede: le nostre risorse minerarie, necessarie per la transizione tecnologica ed energetica, sono fra le più ambite dalle potenze mondiali. Ma per accedervi, è proprio necessario ucciderci, condannarci alla miseria, distruggere le nostre città, le nostre case, il nostro ambiente?
Vogliamo che queste nostre ricchezze vadano a vantaggio delle figlie e dei figli della Rdc. Vogliamo che le potenze negozino direttamente con la Repubblica democratica del Congo partenariati condotti in equo e pacifico, nell’interesse di tutti i popoli. Le nostre risorse non devono essere estorte con lo sfruttamento illecito, al prezzo delle nostre vite. Insieme dobbiamo trovare il modo di condividerle nel rispetto di tutti i diritti umani e del principio della sovranità degli Stati.
In ogni caso, la pace è il prerequisito di tutto, per noi e per il nostro paese. Con la guerra, tutto è perduto.
Permetteteci di vivere! Mangiare, studiare, lavorare, riflettere, produrre. Ridateci la pace. Occorre privilegiare il dialogo e il megoziato per arrivarvi; ricordiamo il dialogo intercongolese di Sun City nel 2002 e la Conferenza Amani di Goma nel 2008. Siamo stanchi di perdere ogni giorno vite umane, con una guerra ingiusta imposta al nostro paese.
Lanciamo dunque un appello pressante e urgente a tutti gli attori sulla scena internazionale, affinché svolgano correttamente il proprio ruolo. Devono operare per far sì il mondo ritrovi pace e sicurezza, per far sì che tutti i popoli del mondo abbiano finalmente una vita serena.
Non abbiamo né industrie di produzione di armi, né laboratori di armi nucleari. Perché imporci la guerra? Vogliamo pace e sicurezza, senza condizioni.
*** Consiglio studentesco dell’università cattolica del Graben, Butembo-Beni, Nord Kivu (Rdc). Lettera appello diffusa da Giovanni Piumatti, sacerdote missionario fidei donum che ha vissuto 50 anni nel Nord Kivu
Articolo sul Manifesto del 14 marzo 2025.
https://ilmanifesto.it/per-accedere-alle-nostre-risorse-minerarie-e-proprio-necessario-ucciderci-lappello-degli-studenti-congolesi
Il tramite per ricevere la lettera è stato Padre Giovanni, gli studenti sono dell'università di Butembu, la città di riferimento dell' area di Muhanga