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La Flotilla, l'ipocrisia, il crimine

Sembra sempre impossibile finché non viene fatto (N. Mandela)

Sorelle e fratelli della Flotilla, grazie! Dire che siete stati “eroici” potrebbe suonare esagerato, ma coraggiosi e intrepidi sì. Un esempio elevato di umanità contro la disumanità della carneficina e dello sterminio. Avete rappresentato la parte migliore dell’Occidente, del diritto contro la sua proterva distruzione, sostituito dalla legge belluina del più forte, che non solo impone la propria ingiustizia, ma pretende addirittura impunità.

Siete degni di ammirazione non solo per la missione umanitaria non violenta e del tutto pacifica, ma anche per la determinazione e la coerenza con cui avete resistito alle pressioni degli interessati dissuasori.

A cominciare dal primo di loro, il presidente della Repubblica italiana. Il suo “intenso appello” volto a farvi consegnare gli aiuti al Patriarcato di Gerusalemme, vanificando così alla radice il senso più profondo della vostra missione, era di un’ipocrisia insidiosa. Non solo non nominava Israele, ma gli voleva togliere, per così dire, le castagne dal fuoco: a rinunciare avreste dovuto essere voi, non il governo sionista fascista e assassino.

Ma chi consiglia Mattarella? Persone incapaci di capire (o che fanno finta di non capire) che il vostro scopo essenziale era portare beni di prima necessità ai palestinesi, mostrando, insieme, l’assoluta illegalità del blocco navale alla Striscia di Gaza: andrebbero licenziate in blocco.
So di sognare, ma si pensi per un momento se Mattarella avesse detto agli internazionalisti della Flotilla: avete pienamente ragione, ciò che fa Israele è assolutamente illegale e disumano, perciò lascio temporaneamente il Quirinale e mi unisco a voi… Avrebbe superato in popolarità il presidente più amato, Sandro Pertini.

Macché. Il nostro presidente della Repubblica rimane pienamente entro il perimetro dell’ipocrisia occidentale. Non a caso ha ricevuto, nel febbraio scorso, in pompa magna, il presidente israeliano Isaac Herzog, che era stato fotografato mentre scriveva su una bomba, destinata ai palestinesi, “credo in te”! Vergogna stratosferica.

Naturalmente l’appello ha alimentato la pletora di prefiche della rinuncia: dalla Meloni a Crosetto, da Tajani al presidente della Cei ecc. A tutti loro, poiché sono credenti, si addicono le parole di Gesù: “Guai a voi scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati. (…) Serpenti, razza di vipere! Come scamperete alla condanna della Geenna?” (Matteo, 23, 27-33).

Ora il misfatto è stato compiuto. Con l’abbordaggio alla Flotilla in acque internazionali e il sequestro dei naviganti, Israele ha effettuato un vero e proprio atto di pirateria, calpestando per l’ennesima volta le convenzioni di Ginevra e tutte le leggi del mare.

L’ineffabile Giorgia Meloni prima ha sostenuto che gli internazionalisti avevano l’obiettivo di creare difficoltà al suo governo (!?) e poi, addirittura, quello di sabotare il piano di “pace” di Trump per il Medioriente (!?!): onnipotenza della Flotilla… Parole più veloci del pensiero, da parte della … stratega di Colle Oppio, a servizio di una propaganda bolsa e infantile.

Dinanzi agli imprigionati – compresi molti cittadini italiani, oltre i quattro parlamentari – che cosa aspetta il governo a convocare l’ambasciatore israeliano, per notificargli la formale condanna per il comportamento del criminale di guerra Netanyahu, e a richiamare a Roma, per consultazioni, l’ambasciatore italiano, quale segnale per esprimere quello che in gergo diplomatico significa fermo disappunto?

I segnali non sono per niente incoraggianti. A partire dalla fuga della nave militare italiana. Come previsto nel precedente “Sottosopra”, la fregata si è risolta in… fregatura. Dileguatasi con la viscidità di un’anguilla, anziché scortare fino alla fine la Flotilla, avvisando ovviamente Israele che avrebbe esercitato una semplice funzione di controllo e che in nessun caso avrebbe usato le armi. Codardia mista a collusione con i pirati.

Attaccando anche le barche italiane, che sono suolo patrio, Israele ha attaccato direttamente l’Italia. Esclusa ovviamente una risposta bellica, va chiesto almeno a Netanyahu un congruo indennizzo per il sequestro delle barche nonché per l’illegale arresto e imprigionamento dei naviganti. E’ il minimo sindacale… Per non fare la figura dei… cornuti e mazziati…

A riprova di come il grosso della società civile italiana è ben più avanti del proprio ceto di politici ottusi e complici, rincuora la reazione subitanea dopo il crimine di pirateria: forti e immediate mobilitazioni, scuole e università occupate, cortei ovunque, lo sciopero generale, la manifestazione imponente del 4 ottobre a Roma. Bisogna continuare su questa strada della consapevolezza. Del civismo pacifico che prevale sull’apatia e la rassegnazione.

Quando le idee di giustizia camminano sulle gambe delle persone, di solito è una cosa buona. Bisogna andare avanti.

Mario Capanna