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"Solo un paese che ha smarrito il più elementare alfabeto civile e costituzionale può assistere in silenzio a un vicepremier di minoranza di un esecutivo che apre la crisi di governo, convoca il Parlamento ed evoca lo scioglimento delle Camere, come se fosse contemporaneamente il Presidente del Consiglio e il Presidente della Repubblica in carica.

Questi giorni di vergogna saranno studiati sui libri di storia.

Per la disumanità, per l'odio organizzato contro l'umile, l'affamato, il debole, il perseguitato, l'emarginato che cerca giustizia. Per la gara a chi aveva la pensata più crudele. Per la pavididità dei complici di quell'odio, quelli che "ho votato, ma mi dissocio", quelli che uno stipendio da parlamentare vale più delle vite umane che avete condannato a morire in acqua, più della libertà di dissentire che avete condannato a morire in terra, più di tutta la storia che state sporcando.

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,

ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.

Matteo Salvini cresce di voti, ma a quanto pare non ancora di saggezza. E pensa di farsi tranquillamente i ministeri degli altri, ma proprio tutti: i ministeri tipici della politica, che sono sinonimo di "potere" e dovrebbero esserlo di "dovere", tanto quanti i ministeri propri della comunità cristiana, che sono sinonimo di "servizio".

Prima ancora di chiedersi “che fare” bisogna cercare di capire che cosa è successo il 26 maggio e anche le ragioni di un così repentino cambiamento della geografia elettorale.
La democrazia non perdona, gli errori, gli sgarri li fa pagare ad usura. Essa ha un effetto moltiplicatore, e come moltiplica straordinariamente i fattori positivi immessi nel corpo sociale (le fortune del Welfare State ne sono state nel secolo scorso un esempio) così moltiplica il negativo della cattiva politica e del maldestro pensiero.

Per gli amici. Riflessione privata domenicale, di certo laica, anche perché poi a messa domenica non sono andato.

Don Corrado Krajewski con il suo atto illegale di riallaccio della corrente allo stabile occupato a Roma da famiglie di diverse etnie e classi sociali ha fatto un gesto che ha una grande rilevanza simbolica, che è giusto sottolineare, nel senso che permette riflessioni sul piano politico sociale rispetto alle considerazioni sulla strategia politica autoritaria delle forze di destra. Nel piccolo per esempio, rispetto al fascismo storico, fa venire a mancare un puntello importante, quello della chiesa, che si riassumeva in quella parola d’ordine usata sempre in maniera populista e demagogica: Dio-Patria-Famiglia.