Credevate davvero che l’urgenza normativa nel nostro Paese riguardasse il lavoro, la sanità, il welfare, la scuola? Che le priorità fossero la modifica della legge elettorale o i provvedimenti di risparmio sulle Province?Evidentemente, il governo uscente (oramai oltre la porta d’uscita a dire la verità…) la pensa diversamente, visto il suo ultimo colpo di coda a suon di armamenti e F35, il ddl Di Paola. Una legge di Stato che regala al ministero della Difesa il frutto di una rapina legalizzata che prevede un aumento delle risorse assegnate in bilancio di circa un miliardo di euro.
Un furto di democrazia, l’hanno definito i manifestanti ieri in piazza Montecitorio. Uno schiaffo in piena faccia, verrebbe da dire, guardando i sacrifici degli italiani, i tagli alla spesa pubblica, le facce degli esodati, gli elmetti dei lavoratori dell’Alcoa o del Sulcis, le gru degli impianti dell’Ilva, le vane ricerche di occupazione dei giovani, le mamme costrette a stare a casa con i neonati perché mancano gli asili nidi oltre che il lavoro, le maestre che portano a scuola la carta igienica e che però hanno la lavagna multimediale, gli ospedali costretti a chiudere o a tagliare, la sempre crescente disuguaglianza economica e la non tassabile massiccia concentrazione di ricchezze mobiliari e immobiliari… Sono occorsi solo sei mesi per votare, senza grandi distinzioni (295 i favorevoli, 53 gli astenuti e solo 25 i contrari), ancora una volta, un’Italia armata, mentre scorrono intere legislature senza che sia mai possibile votare per un’Italia migliore di cui si è capaci di riempirsi la bocca solo durante le compagne elettorali.