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Il pensiero forte della nonviolenza

Abbiamo la tendenza a considerare la nonviolenza come una predisposizione di spirito, tutt'al piu' un metodo di risoluzione dei conflitti alternativo a quello armato. Ma la nonviolenza e' molto di piu' di una tecnica di risoluzione dei conflitti. E' un credo che plasma  tutta la nostra vita nei suoi vari aspetti: familiari, sociali, economici, politici.

Il pensiero forte della nonviolenza e' il rispetto, quel rispetto che Gesu' condenso' nella massima "non fate agli altri cio' che non vorreste fosse fatto a voi". Una massima che messa al positivo diventa "garantite agli altri tutto quello che vorreste fosse garantito a voi". Dal che ne derivano quattro idee forti che si tengono saldamente per mano: uguaglianza, diritti, beni comuni, comunita'.

Proprio perche' siamo tutti uguali, siamo tutti titolari di diritti, ossia della possibilita' di poter soddisfare i bisogni fondamentali, quelli legati alla vita e alla dignita' personale. Bisogni che partono dal respirare, bere, mangiare, coprirsi e proseguono con lo studiare, curarsi, informarsi, partecipare.

Ed ecco l'idea dei beni comuni, che comprende tutto cio' che serve per permettere a tutti di poter soddisfare i propri diritti, precisando che i diritti per definizione debbono essere gratuiti, altrimenti incappano nella discriminazione creata dal denaro che non da' a chi ha bisogno, ma a chi puo' pagare. Dunque beni comuni nella doppia accezione di beni che appartengono a tutti e che sono a disposizione di tutti. Per questo dobbiamo opporci con tutte le nostre forze alla privatizzazione dell'acqua e dobbiamo regolamentare il mercato affinche' beni comuni come l'aria, il clima, le foreste, gli oceani, siano salvaguardati.

Ma i beni comuni non comprendono solo i beni naturali. Includono anche gli spazi urbani e i servizi collettivi erogati in maniera gratuita. Ed ecco la necessita' di una comunita' forte basata sul principio della solidarieta'. Quella solidarieta' che chiede ad ogni membro di dare il proprio contributo in rapporto alle proprie forze e permette ad ogni membro di prendere gratuitamente in rapporto alle proprie necessita'.

Allora il modo migliore per rendere omaggio alla nonviolenza e' la costruzione di un'altra economia che assume come criterio organizzativo il rispetto per le persone e per il creato. Tutte le persone, quelle opulente del Nord e quelle misere del Sud, quelle del tempo presente e quelle dei secoli che verranno.

Una visione che inevitabilmente richiama l'esigenza di sobrieta', perche' Gandhi ci ricorda che la terra ha risorse sufficienti per i bisogni di tutti, ma non per le avidita' di ciascuno.

Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo