Pubblichiamo, come approfondimento alla nonviolenza, questa intervista, a Dacia Maraini, scrittrice, intellettuale femminista, una delle figure più prestigiose della cultura democratica italiana, realizzata da Paolo Arena e Marco Graziotti, della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Questo ciclo di interviste verrà utilizzato nei momenti formativi realizzati dall’Associazione.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come è avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Dacia Maraini: Sono cresciuta in una famiglia che aborriva la guerra, che ha fatto una coraggiosa scelta pur di non aderire al nazifascismo, per cui ci siamo fatti due anni di campo di concentramento in Giappone. La nonviolenza l'ho bevuta col latte materno.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalità della nonviolenza hanno contato di più per lei, e perché?
- Dacia Maraini: Come prassi, l'ho detto, i miei genitori. Come ideali, anche dei miei, Gandhi, Madre Teresa di Calcutta, I medici Sans Frontieres, i medici a piedi scalzi, Emergency, Amnesty international.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Dacia Maraini: Intanto si dovrebbe dire che, salvo alcuni rari casi, tutti i grandi romanzieri sono stati contro la guerra e contro la violenza. Anche coloro che l'hanno cantata la guerra, come ha fatto Omero, ne hanno mostrato l'orrore e la miseria. Comunque consiglierei agli studenti di leggere Tolstoj, Hermann Hesse, Bertolt Brecht, Tiziano Terzani, Renata Viganò e il suo bellissimo L'Agnese va a morire, Anna Maria Ortese: Il mare non bagna Napoli, Lalla Romano: Maria.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con più impegno?
- Dacia Maraini: Si può intendere la violenza come fatto collettivo e nazionale: la guerra. Si può intendere invece come fatto personale: lo stupro, le botte, la schiavitù della prostituzione. tutti coloro che combattono contro questi fenomeni, sia che lo facciano come imsegnanti nelle scuole, sia come suore e monaci, sia come volontari laici, sia come fondatori di case per le donne picchiate, sia come medici di frontiera, sia come magistrati che applicano coraggiosamente la legge, combattono praticamente contro la violenza.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene più necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Dacia Maraini: Comincerei con l'esercito e i volontari. Finché non si sfata il mito della guerra e della violenza ci saranno sempre pericoli.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Dacia Maraini: Ce ne sono molti. gli direi comunque di informarsi, di andare a vedere e poi scegliere.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Dacia Maraini: La nonviolenza secondo me si basa su due condizioni essenziali: rispetto per l'altro e sviluppo dell'immaginazione. Non è il cuore ma l'immaginazione che ci fa capire le sofferenze altrui e ci spinge ad agire.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Dacia Maraini: Le donne hanno subito storicamente e continuano in molti casi a subire violenze terribili, basti pensare alle migliaia di donne ferite, picchiate in famiglia, alle donne uccise dai loro partner e questo succede anche nei paesi industrializzati che si pretendono emancipati. Per tutti questi motivi le donne sono più sensibili ai temi della nonviolenza e direi che sono istintivamente dalla parte di chi la pratica.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?
- Dacia Maraini: È una questione di cultura. Chi difende il territorio e l'integrità dell'ambiente non può non stare dalla parte della pace e della nonviolenza.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?
- Dacia Maraini: L'ho già detto: non si tratta di un sentimento ma di una cultura, di una scelta precisa che deriva da conoscenza, consapevolezza e responsabilità.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?
- Dacia Maraini: Mi sembra evidente: la mafia coltiva la violenza, anzi direi che è la sua arma preferita, quindi essere contro la mafia vuol dire essere contro la violenza. Qualcuno sostiene che la severità contro i crimini possa essere interpretata come un'altra forma di violenza. Ma direi che sbagliano. La violenza è sempre l'imposizione del più forte sul più debole, mentre il rigore della legge colpisce il più forte in nome del più debole.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse? E tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?
- Dacia Maraini: Ho già risposto prima.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?
- Dacia Maraini: Sono due facce della stessa medaglia.
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?
- Dacia Maraini: Bisognerebbe cominciare dalle scuole primarie, portando i bambini a riflettere sui temi della nonviolenza, leggendo libri che insegnino a rifiutare la violenza, ma sopratutto insegnando loro il rispetto dell'altro sempre e in qualsiasi condizione.
Fonte: Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo