Amici miei, siamo di certo molto lieti nel vedere ciascuno di voi qui questa sera.
Siamo qui stasera per una faccenda grave. In un senso generale, siamo qui perché prima di tutto e innanzi tutto siamo cittadini americani, e siamo decisi ad esercitare la nostra cittadinanza nel suo significato più pieno. Siamo qui anche a causa del nostro amore per la democrazia, perché abbiamo la radicata convinzione che la democrazia, quando da un fragile foglio di carta si traduce nella concretezza di un atto, è la migliore forma di governo che esista sulla terra. Ma siamo qui in un senso più specifico, a causa della situazione dei bus di Montgomery. Siamo qui perché siamo determinati a fare in modo di correggere questa situazione. Non si tratta di una situazione nuova. Il problema esiste da moltissimo tempo. Da molti anni a questa parte i neri di Montgomery e in molte altre regioni sono stati afflitti dalla paralisi delle paure che li immobilizzano sugli autobus della nostra comunità. In così tante occasioni i neri hanno subito intimidazioni e sono stati umiliati e colpiti - oppressi - a causa del puro e semplice fatto di essere neri. Non ho tempo stasera di precisare la storia di questi numerosi casi. Molti di essi sono ora perduti nella fitta nebbia della dimenticanza, ma almeno uno rimane fisso innanzi a noi, vivido.
Proprio l'altro giorno, proprio lo scorso martedì per essere esatti, uno dei cittadini migliori di Montgomery - non uno dei migliori cittadini neri, ma uno dei migliori cittadini di Montgomery - è stato prelevato da un autobus e portato in prigione ed arrestato, perché aveva rifiutato di alzarsi per cedere il proprio posto ad una persona bianca. Ora la stampa vorrebbe che noi credessimo che ella ha rifiutato di lasciare un posto nella sezione riservata ai neri, ma io voglio che questa sera voi sappiate che non esiste una sezione riservata ai neri. La legge non è stata mai resa chiara su questo punto. Ora io credo di parlare con autorità legale - non che abbia alcuna autorità legale, ma penso di parlare con un'autorità legale alle mie spalle - e affermo che la legge, l'ordinanza, l'ordinanza cittadina non è stata mai resa chiara (1).
La signora Rosa Parks è una brava persona. E, siccome doveva accadere, sono lieto che sia accaduto ad una persona come la signora Parks, perché nessuno può dubitare sulla illimitata estensione della sua integrità. Nessuno può mettere in dubbio l'altezza del suo carattere, nessuno può dubitare della profondità del suo impegno cristiano e della sua devozione agli insegnamenti di Gesù. E sono lieto, visto che doveva avvenire, che sia avvenuto ad una persona che nessuno può definire come un fattore di disturbo nella comunità. La signora Parks è una brava persona cristiana, modesta, e tuttavia c'è integrità e carattere in lei. E proprio perché si è rifiutata di alzarsi, ella è stata arrestata.
E voi sapete, amici miei, viene un tempo in cui la gente si stanca di essere calpestata dal tallone di ferro dell'oppressione. Viene un tempo, amici miei, in cui la gente si stanca di essere immersa nell'abisso dell'umiliazione, dove si fa esperienza dello squallore di una lamentosa disperazione. Viene un tempo in cui la gente si stanca di essere scacciata dallo scintillante sole estivo della vita, e lasciata in piedi in mezzo al freddo pungente di un novembre alpino. Viene un tempo.
E siamo qui, siamo qui stasera perché ora siamo stanchi. E voglio dire che non siamo qui per far ricorso alla violenza. Non lo abbiamo mai fatto.
Voglio che sia noto in tutta Montgomery e in tutta la nazione che siamo cristiani. Crediamo nella religione cristiana. Crediamo negli insegnamenti di Gesù. L'unica arma che abbiamo nelle nostre mani stasera è l'arma della protesta. È tutto.
E certo, certo, questa è la gloria dell'America, pur con tutti i suoi difetti. Questa è la gloria della nostra democrazia. Se fossimo chiusi dentro la cortina di ferro di una nazione comunista non potremmo far questo.
Se fossimo caduti nella prigione di un regime totalitario non potremmo far questo. Ma la grande gloria della democrazia americana è il diritto di protestare per i diritti. Amici miei, non permettiamo a nessuno di farci sentire che le nostre azioni sono paragonate a quelle del Ku Klux Klan o a quelle del "Consiglio dei cittadini bianchi". Non ci saranno croci bruciate, in nessuna fermata degli autobus di Montgomery. Non ci sarà alcuna persona bianca spinta fuori dalla sua casa e portata in una strada appartata per essere linciata per non aver cooperato. Non ci sarà fra noi alcuno che si alzerà per sfidare la Costituzione di questa nazione. Noi ci siamo riuniti qui solo a causa del nostro desiderio di vedere esistere il diritto. Amici miei, voglio che sia noto che stiamo per agire con decisa e coraggiosa determinazione per ottenere giustizia sugli autobus in questa città.
E noi non abbiamo torto, non siamo nel torto in ciò che facciamo. Se noi siamo nel torto, allora è nel torto la Corte Suprema di questa nazione. Se noi siamo nel torto, la Costituzione degli Stati Uniti è nel torto. Se noi siamo nel torto, Iddio onnipotente è nel torto. Se noi siamo nel torto, allora Gesù di Nazaret era solo un sognatore utopista, che non è mai sceso sulla terra. Se noi siamo nel torto, la giustizia è una menzogna. L'amore non ha alcun significato. E noi, qui a Montgomery, siamo ben decisi a lavorare e a batterci finché la giustizia non scorrerà come l'acqua, e la rettitudine come una poderosa corrente (2).
Voglio dirvi che in tutte le nostre azioni dobbiamo tenerci uniti. L'unità è la grande esigenza di quest'ora, e se saremo uniti potremo ottenere molte delle cose che non solo desideriamo, ma meritiamo giustamente. E non vi lasciate spaventare da nessuno. Noi non abbiamo paura di quel che facciamo, perché lo facciamo nel rispetto della legge. Nella nostra democrazia americana non c'è mai un momento in cui dobbiamo pensare di essere nel torto se protestiamo. Noi ci riserviamo questo diritto. Quando i lavoratori ovunque in questa nazione si resero conto che sarebbero stati messi sotto i piedi dal potere capitalistico, non c'è stato nulla di sbagliato se si sono organizzati ed hanno protestato per i loro diritti.
Noi, i diseredati di questa terra, noi che siamo stati oppressi tanto a lungo, siamo stanchi di attraversare la lunga notte della cattività. Ed ora stiamo per uscirne verso l'aurora della libertà, della giustizia e dell'uguaglianza. Lasciatemi dire, amici, mentre mi accingo a concludere, per darvi giusto qualche idea sul perché siamo qui riuniti, che noi dobbiamo avere - e voglio sottolinearlo, in ogni nostra azione, in ogni nostra decisione qui stasera e nel corso della settimana -, dobbiamo avere Dio al centro. Facciamo in modo di essere cristiani in tutte le nostre azioni. Ma voglio dirvi stasera che per noi non è sufficiente parlare di amore, l'amore è uno dei punti cardine della fede cristiana. C'è un altro lato, che si chiama giustizia. E la giustizia è realmente amore in azione.
La giustizia è l'amore che corregge ciò che si rivolta contro l'amore.
Lo stesso Dio Onnipotente non è solo il Dio che sta semplicemente là e dice con Osea "Ti amo Israele". Egli è anche il Dio che si leva di fronte alla nazione e afferma: "State calmi e sappiate che io sono Dio, e che se non mi obbedite spezzerò la spina dorsale del vostro potere e vi sbatterò fuori dall'orbita delle vostre relazioni internazionali e interne" (3).
Schierarsi al fianco dell'amore è sempre giustizia, e noi stiamo solo usando gli strumenti della giustizia. Non solo usiamo gli strumenti della persuasione, ma abbiamo capito che dobbiamo far ricorso agli strumenti della forza legittima. Questa faccenda non è soltanto un processo educativo, è anche un processo legislativo.
Mentre ci troviamo qui stasera, e mentre ci prepariamo per quel che accadrà, cerchiamo di uscire di qui con una decisa e coraggiosa determinazione a rimanere tutti uniti. Noi lavoreremo insieme. Quando nel futuro saranno scritti i libri di storia, qualcuno dovrà dire che proprio qui, a Montgomery, "c'era un popolo, un popolo nero, capelli crespi e carnagione scura, un popolo che ha avuto il coraggio morale di alzarsi per far valere i propri diritti. E così facendo hanno instillato un nuovo significato nelle vene della storia e della civiltà". E faremo tutto questo. Dio ci permetta di farlo prima che sia troppo tardi. E mentre procediamo con il nostro programma, pensiamo a tutto questo.
Note
1. Per abitudine gli autisti degli autobus potevano richiedere ai passeggeri neri di spostarsi indietro, una fila alla volta, quando la precedente sezione bianca era pienamente occupata e altri passeggeri bianchi dovevano prendere posto.
2. Amos, 5, 24.
3. King si riferisce a Osea, 11, 1. Si riferisce probabilmente anche al Salmo 46, 10.
Fonte: Centro Ricerca per la Pace