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La pace è sul serio un intervallo appena tra massacro e massacro? E la Storia è un libro scritto solo col sangue, da leggere dalla parte dei migliori, la nostra ovviamente, e comunque infine quella dei vincitori? Ma che cosa accade ora che le guerre non le vince più nessuno e le perdono tutti, di più – in ogni popolo – i più poveri? Continuiamo a scatenarle o a esserne armieri complici – che è quasi lo stesso – “perché così si fa da sempre”? Serve davvero l’elenco? Ucraina, Iraq, Siria, Afghanistan, Georgia, Israele-Palestina, Libia, Yemen, Congo...

Riceviamo e pubblichiamo volentieri il dossier “Fermare le guerre, costruire la pace”, a cura del Centro Nuovo Modello di Sviluppo ODV, con l’adesione di Altreconomia, Attac Italia, Eco Istituto del Veneto, Peacelink e Pax Christi

Link: https://www.aadp.it/edocman/pace/educazione-alla-pace/doc3667.pdf

Cari fratelli e sorelle!

Seguo nella preghiera e con preoccupazione, anche dolore, le notizie giunte nelle ultime ore sull’aggravamento della situazione in Israele a causa dell’intervento da parte dell’Iran. Faccio un accorato appello affinché si fermi ogni azione che possa alimentare una spirale di violenza col rischio di trascinare il Medio oriente in un conflitto bellico ancora più grande.

Quanto sta accadendo nel mondo ci interroga, ci porta a chiederci se come adulti abbiamo qualche responsabilità, se nel nostro piccolo, potevamo fare qualcosa che non abbiamo fatto. Si ripropone il tema dell'educare alla pace. Ma come?

L'educazione alla pace richiama il mondo dei valori e, nello specifico, il rispetto, la giustizia, l'uguaglianza, la solidarietà, il perdono. Educare alla pace vuol dire aiutare a riconoscere l'altro, che è diverso da me, e che va rispettato, perché è persona e, in quanto persona, è un valore.

In una prospettiva storica mondiale sempre più complessa, e nell'imporsi di considerazioni folcloristiche e balzane, si impone un ritorno di razionalità e spiritualità.

Qualche mese fa è uscito il libro Il mondo al contrario scritto dal generale Vannacci. L'autore, insieme alla rivendicazione di diritti, secondo lui conculcati, dalla prassi attuale, mette in evidenza “il diritto all'odio”.

Al di là delle discutibili opinioni e della deriva di razzismo, omofobismo, estremo nazionalismo presenti nel libro, che ovviamente bisognerebbe leggere con attenzione per verificare, quello che maggiormente mi ha colpito è stata proprio l'affermazione che esisterebbe il diritto all'odio.

Care amiche e cari amici, come sempre, il papa bisogna leggerlo. Per capire bene il tono e il senso di quanto dice. Per denunciare il travisamento per ignoranza o mala fede del suo pensiero sim-bolico (cioè unitivo), laico e universale, sorprendente e innovativo, coraggioso e scomodo, realista e profetico a un tempo. Quanto dice mi sembra un sasso lanciato nello stagno dell'indifferenza, della pigrizia, del comodo dualismo argomentativo, del pensiero unico bellicista assurto a nuova religione in-civile.