"Terrorismo, ritorsione, legittima difesa, guerra e pace", "Discorso alla città", tenuto dal card. Carlo Maria Martini, per la vigilia di S. Ambrogio, il 6 dicembre 2001
- Card. Carlo Maria Martini
- Categoria: Cultura di Pace
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In questo tempo carico di tensioni e orrore, l'amico Angelo Levati ci ha inviato il discorso tenuto dal Card. Carlo Maria Martini il 6 dicembre 2001, pochi giorni dopo l'attacco dell'11 settembre. Ci sembrano riflessioni quanto mai attuali.
“Non avrete il mio odio”. È questo il titolo della lettera aperta scritta da Antoine Leiris, un uomo che ha perso la moglie in uno degli attentati di Parigi venerdì sera. Sono parole diverse, nuove, che non si lasciano contaminare dall’odio o dalla sete illimitata di vendetta con cui l’essere umano tende a rispondere all’altro in questi casi. Nel suo appello, Antoine, aggiunge “Insieme – lui e suo figlio N.d.A. – siamo più forti di tutte le armate del mondo”. Non si lascia schiacciare dalla paura, non incita alla violenza cieca e acefala con cui l’uomo si fa avanti per abbattere la differenza dell’altro: questo è un vero grido di speranza, un nuovo modo di costruire l’orizzonte delle possibilità, un’apertura sul mondo.
Esprimiamo profonda solidarietà alle vittime e ai familiari dell'attacco terroristico di Parigi. Ci stringiamo a tutta la popolazione francese per il dolore e il lutto che hanno subito, ma non scordiamo l'angoscia in cui sono quotidianamente immersi popoli come quello siriano, iracheno o nigeriano. Condanniamo nel modo più netto e deciso la follia distruttiva della violenza e del terrore che attraversa il Mediterraneo, l'Europa, il Medio Oriente e l'Africa. Ancora una volta abbiamo assistito all'ennesima triste manifestazione della violenza. Due avvenimenti particolarmente drammatici stanno finalmente svegliando il mondo europeo e occidentale, che sembra avere scoperto quello che tutti sapevano, ma che preferivano ignorare. Il fatto, cioè, che in tutto il medio Oriente, Turchia compresa, è in atto il ribollire di un vulcano che ora rischia di esplodere con conseguenze tali da coinvolgere l’intero pianeta. Se prendessimo sul serio i principi suggeriti da papa Francesco nella "Evangelii Gaudium" per costruire una vera comunità umana - il tempo è superiore allo spazio, l'unità prevale sul conflitto, la realtà è più importante dell'idea, il tutto è superiore alla parte - avremmo i criteri supremi per trovare soluzione ai problemi più angosciosi dell'attuale momento storico. Avere gli occhi aperti sul mondo non vuol dire però avere uno sguardo d'assieme grazie al quale cavarsela esprimendo semplicemente buoni sentimenti generali, ma vuol dire affrontare le cose una per una e cercare di sciogliere i nodi reali.
"In questo periodo così drammatico, nonostante tutto occorre vivere la passione per la pace ed essere testimoni pazienti e scomodi di un sogno possibile". Così il nuovo presidente vescovo di Pax Christi, mons. Giovanni Ricchiuti, ha aperto il 24 gennaio a Firenze il Consiglio nazionale del movimento che intende sviluppare il messaggio di papa Francesco del 1 gennaio 2015 "Non più schiavi ma fratelli" contro le moderne schiavitù, le pratiche dell'asservimento e dello scarto, la ferocia delle violenze e il riarmo.
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Non avrete il mio odio
Appello per una mobilitazione nazionale ed un piano d’azione delle organizzazioni sociali contro il terrorismo e la guerra, il razzismo e i predicatori d’odio. Per la pace e l'umanità
Più libertà, più uguaglianza, più fraternità
Ancora oggi si muore di bombe, terrore, fame e misera.
Ancora una volta la paura rischia di fomentare odio e generare altra violenza.
Ancora oggi non ci rendiamo conto dell'immenso e quotidiano lavoro che c'è da fare.
Come fermare una escalation che rischia di provocare una deflagrazione incontenibile
Per un'umanità indivisa
Fermare le guerre del terrorismo e il terrorismo delle guerre