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Verso la marcia della pace Perugia-Assisi "per la pace e la fratellanza dei popoli". Contributi di Franco Perna, Tiziana Bartolini e Gianfranco Bettin

In vista del cinquantesimo della marcia della pace Perugia - Assisi, che si terrà il prossimo 25 settembre, condividiamo alcune delle interviste che il Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo ha pubblicato sui notiziari quotidiani.

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quale è stato il significato della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

  • Franco Perna: Sono in sintonia con Mao Valpiana e desidero associarmi a quanto scritto da lui; detto cio', forse potrei aggiungere qualche commento telegrafico. La cosa più rilevante dalla prima marcia Perugia-Assisi è la convinzione che tutti possono contribuire alla pace e alla nonviolenza, senza timore di usare questi termini nella vita di tutti i giorni.

  • Tiziana Bartolini: Aver consolidato una tradizione che ha conquistato ogni anno di più forza e autorevolezza sui temi del pacifismo e del rispetto nelle relazioni tra esseri umani. La tenacia che ha accompagnato e nutrito questo appuntamento ha aiutato tante persone a riflettere sulle ragioni che scatenano le violenze e a pensare che cambiare è possibile.

  • Gianfranco Bettin: Innanzitutto il suo riproporsi da cinquanta anni ci richiama alla memoria che la pace non va mai data per acquisita, va perseguita sempre con tenacia e consapevolezza, va perseguita con l'impegno di ognuno a partire dalla gestione del quotidiano. Questa necessità la ritroviamo anche ripercorrendo i "titoli" con cui si è declinata la convocazione di ogni singola marcia. Inoltre le marce hanno accompagnato in questi anni l'impegno di tutto il movimento pacifista per la soluzione di molti conflitti internazionali, dalla ex-Iugoslavia, al Kosovo, al Medioriente.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Cosa caratterizzerà maggiormente la marcia che si terrà il 25 settembre di quest'anno?

  • Franco Perna: La prossima marcia contribuirà ulteriormente alla collaborazione, indispensabile, tra coloro che veramente vogliono promuovere la pace a tutti i livelli.

  • Tiziana Bartolini: Il pianeta è scosso da tante crisi che sembrano rendere ineluttabili dei cambiamenti, sia nel mondo occidentale che in tante altre realta'. Abbiamo l'impressione, tutte e tutti, che l'umanità sia giunta ad un bivio e che devono essere prese decisioni destinate ad incidere profondamente nella vita di milioni di persone. Se a prevalere sarà il rispetto per la dignità delle donne e degli uomini e non le leggi del profitto economico potremo sperare di avviarci verso la costruzione di un mondo migliore perché libero da prevaricazioni. Il 25 settembre si marcerà pensando che tutto questo è possibile perché i segnali positivi ci sono, dalla richiesta di democrazia nei paesi arabi alle reazioni contro la malapolitica in Europa.

  • Gianfranco Bettin: Ribadire sempre il rifiuto della guerra, così come affermato nella nostra Costituzione; 50 anni di marcia inoltre impongono un'occasione straordinaria di riflessione sulla storia e sulle prospettive del movimento pacifista italiano; rilanciare la nonviolenza come pratica reale e concreta di trasformazione dell'esistente.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Qual'è lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

  • Franco Perna: Oggi la nonviolenza è evidenziata dal lavoro di singoli o gruppi impegnati in progetti di giustizia sociale qua e là nel mondo. Di tanto in tanto essa viene anche praticata efficacemente dalle masse, ma avrebbe bisogno di un maggior sostegno da parte dei media informatici.

  • Tiziana Bartolini: Non ho elementi sufficienti per entrare nel merito in modo approfondito. In generale mi sembra che il movimento debba prendere maggiormente parola pubblica, che debba puntare ad una maggiore visibilità e protagonismo.

  • Gianfranco Bettin: È una dinamica che attraversa, a volte sottotraccia, altre più visibilmente, molte delle pratiche dei movimenti nel nostro paese, nella consapevolezza che rappresenta il fulcro dell'alternativa e del cambiamento, che non può esserci (troppa) differenza tra i fini perseguiti e i mezzi utilizzati.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quale ruolo può svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e gli altri mobimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

  • Franco Perna: Nonostante i suoi limiti il Movimento Nonviolento (che conta solo qualche centinaio di soci) svolge un ruolo catalizzatore - assieme ad altri organismi - in questa nostra societa', ahime', politicamente e socialmente "appiattita".

  • Tiziana Bartolini: Tutte e tutti abbiamo bisogno di sentire voci "diverse", che offrano prospettive critiche alternative sull'attualita'. Penso che questo il Movimento possa e debba farlo.

  • Gianfranco Bettin: Intanto bisognerebbe far conoscere meglio e di più la figura e l'opera di Capitini, farne circolare i libri, le idee, l'esperienza. Se ne potrebbe desumere con più facilità che la nonviolenza è la forma più radicale di cambiamento. Quindi dovrebbero mescolarsi più attivamente ai movimenti che già agiscono su molti fronti sugli stessi temi.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Quali i fatti più significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

  • Franco Perna: Penso che le rivolte popolari in certi paesi arabi, pur tenendo conto di risvolti negativi e oppressivi di chi si ostina di rimanere al potere, siano molto significative anche per l'Italia.

  • Tiziana Bartolini: In Italia l'esito dei referemdum e della tornata elettorale hanno rappresentato un potenziale notevole. Anche le proteste in Spagna, in Grecia e in Inghilterra testimoniano un crescente malessere. Purtroppo le classi dirigenti del mondo occidentale non dimostrano di avere la capacità di dare risposte adeguate ad una crisi che è sistemica. Così come nel mondo arabo le rivolte di piazza non hanno ottenuto sinora risultati significativi.

  • Gianfranco Bettin: Sicuramente le rivolte del Nord Africa, in particolare in Tunisia ed Egitto, le forme di dissenso manifestate dagli "indignados" in Spagna e in altri paesi, anche se è auspicabile che evolvano in un progetto più generale, per non ridursi a fuochi di paglia (in Europa) o per non esporsi a reazioni e regressioni che purtroppo stanno in qualche caso emergendo (in Nord Africa e Medio Oriente). In Italia segnalerei in particolare i risultati referendari, prodotti da un meticoloso e capillare lavoro di decine e decine di comitati diffusi sul territorio nazionale che spontaneamente o in modo più strutturato si impegnano per la difesa e la tutela dei beni comuni.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

  • Franco Perna: Continuare a intensificare il nostro lavoro di formiche, soprattutto nelle nostre realtà locali, promuovendo ogni iniziativa nonviolenta che mira alla giustizia sociale quale base essenziale per la pace.

  • Tiziana Bartolini: Mi pare che la partita si giocherà molto sul piano economico, sarà un braccio di ferro tra chi dovrà pagare il costo delle speculazioni. Il Movimento dovrebbe poter intervenire in questo ambito, per evitare che a soccombere siano i più deboli e i più poveri.

  • Gianfranco Bettin: Osservando quando succede in questi giorni di crisi economica, occasione formidabile per i poteri dominanti per appropriarsi dei beni pubblici, per demolire i diritti di tutti e per impoverire ulteriormente la gente comune (l'uso strumentale della crisi per aggredire diritti e condizioni di vita, oltre che i servizi pubblici, sembra un caso da manuale di quanto descritto da Naomi Klein nel suo "Shock Economy" nel 2007), si ripropone l'urgenza di sviluppare un progetto di convivenza, di trasformazione dei fondamentali socio-economici, ponendo al centro gli interessi delle persone e di tutto il mondo vivente in alternativa a quelli del denaro e del potere.

 

La nonviolenza è in cammino - Centro di Ricerca per la Pace di Viterbo: Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Che cos'è la nonviolenza e come accostarsi ad essa?", cosa le risponderebbe?

  • Franco Perna: Più che dare una definizione teorica della nonviolenza, cercherei di coinvolgere tale persona in qualcosa di pratico, operando insieme, dove i metodi nonviolenti potrebbero essere utilmente usati e messi a buon fine per il bene comune.

  • Tiziana Bartolini: Proporrei di fare insieme un percorso di conoscenza e riflessione. A partire dal 25 settembre 2011.

  • Gianfranco Bettin: Nonviolenza non è solo l'opposto di violenza. È una pratica di vita, un modo di intendere le relazioni in comunità e anche di stare con se stessi. È inoltre il modo più radicale, forse l'unico per certi aspetti, per costruire una vera alternativa di società a un modello distruttivo della vita dell'ambiente e delle persone. È insomma un'istanza e una pratica positiva, costruttiva, rigeneratrice.


Note biografiche degli intervistati:

Franco Perna: È una delle figure storiche della nonviolenza in Italia, di grandissima autorevolezza morale. "Provengo da un ambiente contadino, costretto a lasciare la scuola a dieci anni per lavorare. In seguito (metà anni '50) ho ripreso a studiare pur continuando a lavorare. Nel 1958 collaborai brevemente con Danilo Dolci e più tardi anche con Aldo Capitini. Emigrato all'estero nel '59, ho svolto attività di coordinamento a livello internazionale con vari organismi, tra cui il Mir (Movimento Internazionale della Riconciliazione), Ccivs (Coordinating Commitee for International Voluntary Service - Unesco), Sci (Servizio Civile Internazionale), Fwcc - Europe & Middle East (Friends World Committe for Consultation - Quakers)..."

Tiziana Bartolini: Giornalista con specializzazione nei temi sociali, delle Pari Opportunità e del Terzo Settore. Dal 2000 è direttora della storica rivista mensile "noidonne" e della testata online omonima.

Gianfranco Bettin: È assessore del Comune di Venezia ad Ambiente e città sostenibile (parchi, verde e beni comuni), Politiche giovanili e Centro pace, Informatizzazione e cittadinanza digitale.