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Eurobomb. Agli autocrati interessa la propria conservazione, l’immagine inflessibile e perciò l’esercizio permanente della forza. Per loro la proposta di pace è un atto di debolezza. Per i paesi democratici, invece, la trattativa e la tregua sono prove di forza e di responsabilità. Sarebbero la migliore dimostrazione della loro superiorità politica.

Si è tenuto a Vilnius il vertice della NATO, che ha accolto la Finlandia e dato il benvenuto alla Svezia nell’Alleanza. Alla Russia sono state dettate condizioni di resa, fin sulla soglia, che si è stati però ben attenti a non oltrepassare, di una dichiarazione di guerra. All’Ucraina, cui si assegna il compito di sconfiggere la Russia, sono stati promessi ponti d’oro per la completa integrazione nella NATO, giunta peraltro già alla conclamata “interoperabillità” tra le relative Forze Armate, inclusa una perenne fornitura di armi, beffardamente definite “non letali”. Tutto ciò con la spensierata idea che non si rischi in tal modo la guerra mondiale.

L’ammutinamento della Wagner in Russia si è concluso in negativo per il soldataccio Prigozhin e per i Servizi occidentali che, se era vera la vanteria che sapessero tutto già prima, non hanno saputo come muoversi e che fare; si è risolta invece in positivo per Putin che avrebbe potuto fermare a cannonate il convoglio mercenario sull’autostrada per Mosca, e ha invece ben calcolato i rischi preferendo la soluzione politica (con i terroristi dunque si tratta!) ed evitando la guerra civile. Contro le gioiose profezie di un collasso della Russia e di una sua débacle militare, la controffensiva ucraina non ha tratto dalla crisi alcun vantaggio e la guerra è continuata tale e quale.

Adesso sappiamo che nel marzo aprile del 2022 le Cancellerie dei principali paesi occidentali si sono mosse occultamente per sventare la pace, cioè per evitare che la sciagurata impresa bellica intrapresa dalla Russia, si potesse rapidamente concludere con un accordo di pace, che ponesse le basi per la convivenza pacifica fra le due Nazioni.

Nell’era della comunicazione, in cui siamo interconnessi con tutto il mondo e possiamo ricevere qualunque notizia in tempo reale, ancora una volta viene fuori che le Cancellerie delle grandi potenze agiscono nel modo più occulto possibile e tengono rigorosamente nascoste le loro scelte di guerra che passano sulla testa dei popoli.

L’estensione della NATO ai Paesi dell’Est europeo fino ai confini della Russia, causa dell’attuale guerra in Europa, non è stata dettata da esigenze di difesa o da ragioni politiche, data l’esistenza di accordi di pace e disarmo raggiunti tra Stati Uniti e Unione Sovietica alla fine della guerra fredda; essa fu invece comprata a partire dal 1996 dalle industrie delle armi degli Stati Uniti e da un gruppo di neoconservatori che investirono oltre 50 milioni di dollari (equivalenti a 94 milioni di oggi) per ottenere l’espansione dell’Alleanza a nuovi Paesi e poterli in seguito rifornire di tutte le armi necessarie, come poi è avvenuto con la guerra in Ucraina, finanziata finora con oltre 100 miliardi di dollari di armamenti.

Pubblicato su "Il manifesto" del 20 maggio 2009
Se in uno dei prossimi anni sentiremo un rumore fortissimo, senza vedere niente, si sarà trattato probabilmente del passaggio in cielo di uno dei primi 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter, Jsf, supersonici e invisibili (classe Stealth) acquistati felicemente dal ministero della difesa italiano a un prezzo che potrebbe raggiungere perfino 150 milioni di euro.