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Orgogliosi di essere gli eredi di Francesca Rolla e delle altre donne del 7 luglio

Ci sentiamo tutte e tutti orgogliosamente eredi di Francesca Rolla e delle altre donne del 7 luglio. Tutte e tutti noi siamo orgogliosamente antifascisti, non abbiamo problemi a dichiararci tali, anzi, lo facciamo a testa alta, a differenza dei membri di Governo e della seconda carica dello Stato, che non è riuscito a dirsi antifascista nemmeno dopo aver visitato il Memoriale di Milano insieme alla straordinaria senatrice a vita Liliana Segre.

Noi affondiamo orgogliosamente le nostre radici nell'antifascismo, nei valori che animarono la Resistenza.

È il primo 7 luglio che celebriamo senza Nando Sanguinetti, che sarebbe stato senza dubbio qui, insieme alla sua Anpi, che ringrazio per l'impegno tenace, quotidiano, nel difendere e tenere viva la Memoria.

È il primo 7 luglio senza Cesarina Tosi, compagna di vita e di ideali del Partigiano Giorgio Mori.

Tutti recentemente scomparsi, lasciando un vuoto enorme ma anche una preziosa eredita' di testimonianze, racconti, moniti che ci mettono in guardia di fronte al riemergere di pericolosi rigurgiti nazifascisti.

Cesarina Tosi, Francesca Rolla, insieme a tante altre ebbero la forza di dire no, di opporsi ad un ordine ingiusto, quello dato dai nazisti che imponeva di sfollare la città.

Le donne si rifiutarono di farlo, si ribellarono, si rivoltarono pacificamente, e vinsero. Vinsero, infliggendo la prima cocente sconfitta al nazismo.

Eccolo il nostro DNA, eccoli i nostri valori.

Mai essere indifferenti, parteggiare, sempre. Scegliere la parte da cui schierarsi.

E furono le donne, a guidare la rivolta, a salvare la città.

Le donne, che nella Resistenza ebbero un ruolo importantissimo: staffette, partigiane, rischiarono la vita, esattamente come gli uomini. Eppure, per lungo tempo, si è parlato pochissimo del loro contributo nella lotta di Liberazione del nostro Paese. Descritte, troppo spesso, in ruoli ancillari, come troppo spesso accade, sempre, nella storia e ahimè anche nel presente, quando si parla di donne. Invece le donne a Carrara furono protagoniste di primo piano, furono le protagoniste, e sono felice e orgoglioso che la mia organizzazione sindacale abbia voluto porre l'accento su questo.

Teresa Mattei, la partigiana Chicchi, la più giovane eletta all'Assemblea costituente ebbe giustamente a dire:"nessuna Resistenza sarebbe potuta essere senza le donne". Ne sono fermamente convinto. E allora tocca a noi raccontare quest'altra Resistenza, in gran parte sconosciuta e poco celebrata. Ecco perché stasera siamo qui in Piazza delle erbe. Per dire grazie a quelle donne. Per non dimenticare quello che ci hanno consegnato: una città, un Paese, libero, democratico, in pace. Pensate quanto pesante questa parola oggi: pace.

Sono da sempre convinto che se ci fossero più donne alle guide dei vari Paesi del mondo, più donne in ruoli chiave, ci sarebbero anche meno guerre. E invece le guerre ci sono, insanguinano il mondo, nella nostra incapacità di fermarle, e talvolta, sopratutto in alcune parti del mondo, nel nostro complice silenzio. E in guerra sono le donne a pagare il prezzo più alto, perché quelle battaglie si combattono anche sul loro corpo, violato, stuprato, depredato come fosse un bottino di guerra, straziato dal dolore per le figlie e i figli persi, mutilati.

Penso alle donne ucraine, alle donne palestinesi della Striscia di Gaza che stanno vivendo un vero e proprio massacro. PACE.

Nel corso della storia, dicevamo, le donne hanno dimostrato forza, tenacia e coraggio. Talvolta molta più degli uomini. Non solo a Carrara il 7 luglio 1944, e nei giorni successivi. Pensate alle donne in Iran. Donna Vita Libertà. Gridiamolo anche da Carrara, in questo 7 luglio di 80 anni dopo.

E non dimentichiamo quello che le donne continuano a subire in Afghanistan e in altre parti del mondo. Ci riguarda, anche a milioni di distanza. Ci riguarda se vogliamo essere degne e degni eredi delle donne del 7 luglio.

Partigiani sempre, anche di fronte alle donne, a tutte le persone, che solcano il mare, arrivano nei nostri porti in cerca di una vita degna di essere definita tale. Abbiamo visto arrivare nel porto di Carrara donne incinte, donne che avevano subito violenza nei lager libici, donne che avevano perso il loro bambino durante un viaggio drammatico e rischioso che questo Governo, con una cattiveria disumana, si ostina persino ad allungare.

Le donne, che nel nostro Paese tornano a dover lottare con le unghie e con i denti per vedersi riconosciuti i loro diritti e loro libertà, a partire dal diritto a decidere sul proprio corpo, ad autodeterminarsi, penso al quotidiano e vergognoso attacco alla legge 194 e non solo.

Oggi siamo qui per celebrare le donne del 7 luglio e per ribadire che come CGIL siamo orgogliosamente femministi e antifascisti.

Lo dico da Segretario generale provinciale di una provincia che è stata, in Italia, la prima insignita con la medaglia d'oro al valor militare, che ha conosciuto l'orrore di numerosi eccidi che qui si sono compiuti, in un territorio attraversato dalla Linea Gotica: Forno, Vinca, Bergiola, Avenza, San Terenzo, fosse del Frigido, e purtroppo potrei continuare... la lista sarebbe lunghissima.

Convintamente e orgogliosamente antifascisti, come abbiamo ribadito il 27 gennaio, quando, nel Giorno della Memoria, il Sindaco di Massa ha concesso una sala per la presentazione del libro fascista, razzista, omofobo, sessista, del Generale Vannacci, uno sfregio alla storia di questa terra. Quel giorno non siamo rimasti a guardare, siamo scesi in piazza, pacificamente, come le donne del 7 luglio, per dire che un altro mondo, rispetto a quello raccontato dal Generale è possibile e siamo a lavoro, insieme a tante altre realtà, per costruirlo. Antifascisti, perché crediamo che la cittadinanza onoraria a Mussolini non debba essere tolta perché quell'uomo è morto, ma perché Mussolini era il capo del fascismo, quel regime che ha distrutto il nostro Paese e assassinato milioni di persone, insieme al nazismo.

Facciamoli fino in fondo i conti con la storia. Lo faccia il nostro Paese. Non sono tollerabili le immagini che ci sono arrivate da Acca Larentia. Non possiamo ascoltare quello che abbiamo ascoltato rispetto all'organizzazione giovanile di Fratelli d'Italia, ed il problema non è l'inchiesta di Fanpage. Il problema lo schifo che ne è emerso!

Diciamolo una volta per tutte: le associazioni, i partiti, che si rifanno espressamente al nazismo e al fascismo in Italia non devono avere cittadinanza. Sciogliamo i partiti e le associazioni dichiaratamente neofasciste e neonaziste, le stesse che mesi fa hanno assaltato la nostra sede nazionale a Roma.

Solo così, non solo noi, ma un Paese intero, potrà dirsi davvero degno eredi di Francesca Rolla, Cesarina Tosi, e delle altre donne del 7 luglio a cui dobbiamo gratitudine eterna.

Nicola del Vecchio, Segretario Generale Cgil Massa Carrara

Carrara, 7 luglio 2024