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Amarcord (Giuliano Corà)

Pubblicato su Notizie minime della nonviolenza n. 714 del 28 gennaio 2009

Se la memoria non mi inganna, nel bel film che, nel 1981, Liliana Cavani trasse da La pelle di Curzio Malaparte, c'è una scena illuminante sulla "filosofia" che i vincitori e i loro sicofanti intendono adottare per governare il Paese. Si vede un mafioso in macchina con un ufficiale americano. Stanno discutendo di traffici di benzina ed altro, da organizzare sulle spalle dei poveracci che la guerra si è lasciata dietro, e dopo essersi accordati con reciproco vantaggio, mentre entrambi ridono grassamente il mafioso commenta,: "Ma devono pagare: qui non siamo mica in Unione Sovietica!".
La stessa etica, perfino più crudele che bottegaia, appartiene alla Lega, che, proponendo le stolide e razziste misure del cosiddetto "Pacchetto sicurezza", per bocca di un suo capogruppo parlamentare ha dichiarato che "da oggi si abbandona il buonismo e noi non siamo più disposti ad accogliere, soccorrere, aiutare e pagare per tutti".
Ma è assurdo tentare di spiegarlo a chi è così intimamente volgare nell'animo da parlare di "buonismo" e di "pagare", quando invece si tratta di pura e semplice assistenza ("Libertè, egalitè, fraternitè": ha presente, Onorevole? Non l'hanno mica scritto dei comunisti).
Ma altri ricordi affiorano. Rimarranno verdi a lungo, le camicie delle ronde? Chissà, potrebbero anche scurirsi, virare verso il bruno: si è già visto. Di che colore erano le camicie dei giustizieri che domenica sera, a Roma, hanno massacrato di botte quattro rumeni (tutte "bestie", of course)? E siamo solo all'inizio: forse qualcuno sta già tirando fuori le piume dai cuscini, scaldando il catrame, preparando le corde per il linciaggio prossimo venturo. Tra parentesi. Nessuno si è scaldato altrettanto per quei quattro ragazzini italiani - razza pura, razza Piave! - che la settimana scorsa ad una festicciola hanno violentato una compagna di classe della stessa età dell'adolescente romana. Non saremo certo noi, qui, ad invocare le punizioni fisiche, ma ci piacerebbe sapere cosa, dopo, hanno detto loro i genitori, una volta tornati a casa, e soprattutto cosa gli avevano insegnato prima.
Comunque, ogni infamia nasconde dentro di sè una scintilla di grottesca demenza, e così rimaniamo davvero attoniti di fronte all'istituzione del registro dei clochard, altra perla del famigerato Pacchetto. Purissimo esempio di contraddizione in termini ("contradictio in adjecto": qualcuno avrà letto Cartesio, nelle valli bergamasche?), il provvedimento mira a censire ciò che per sua natura non è censibile, a contare ciò che per sua natura non è numerabile. Einstein, credo, ha scritto che "esistono due cose infinite: l'Universo e la stupidità umana, ma del primo non sono sicuro".