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Ecco il dibattito sulla scuola promosso dal vicepremier Salvini: mettere il grembiulino, per rendere uguali i ragazzi (che poi hanno zaini, astucci, colori, quaderni, libri, cellulari da cui il diverso livello economico traspare in maniera ancora più evidente). Nessuna parola invece sulla diffusione drammatica della povertà educativa.

Caro Presidente Matteo Renzi,
aver messo in agenda, con il dovuto rilievo, la necessità di una buona scuola è un passo importante per invertire la tendenza governativa degli ultimi anni volta a mortificare la qualità del sistema scolastico italiano.
Le conseguenze di questi ultimi anni sono sotto gli occhi di tutti, bastano tre dati per rendersi conto della tragedia della scuola italiana:

L’hanno chiamata “Pacchetto merito”, la riforma che dovrebbe premiare “gli eccellenti”. Perché è questo che dovrebbero essere le nostre ragazze e ragazzi. Competitivi. Migliori. Primi. Già a partire dai banchi di scuola. Meglio si sappia subito che, in questa società, l’importante è vincere, non partecipare.

L’intelligenza non è una facoltà che agisce indipendentemente dagli altri elementi vitali dell’individuo: la scuola coltiva unicamente una forma astratta di intelligenza che agisce fuori dalla realtà vivente, attraverso la ripetizione di parole e idee impresse nella memoria.

Celestin Freinet

Sono esclusi dai giochi. Insultati e maltrattati dai compagni. Capri espiatori di una violenza talvolta invisibile, ma quotidiana che spesso finisce su Internet. Sono soli e bisognosi di aiuto. Come la giovane Alye, su YouTube. Che ha utilizzato una serie di cartoncini per urlare in silenzio, davanti alla telecamera, tutta la sua disperazione. "Brutta", "Grassa", "Mostro", "Prostituta". Perché non passava giorno senza che qualcuno la insultasse.

Dove va oggi l'istruzione? Non si tratta di una domanda da poco. Una democrazia si regge o cade grazie al suo popolo e al suo atteggiamento mentale e l'istruzione è ciò che crea quell'atteggiamento mentale. Malgrado ciò, assistiamo a cambiamenti radicali nella pedagogia e nei programmi scolastici, sia nelle scuole che nelle università, cambiamenti sui quali non si è riflettuto a sufficienza.