• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Consigli ai genitori

Un mutamento epocale vuole che l'infanzia sia sempre più breve mentre l'adolescenza tende a non finire mai. Già a nove anni molte bambine rivelano i prodromi della pubertà, fisica e psichica, una anticipazione che si registra in molti paesi europei, anche nordici. La prematurità psichica è preoccupante in quanto inaridisce i processi immaginativi, riduce il tempo del gioco, depotenzia i sogni ad occhi aperti, separa i due sessi e favorisce un'acritica adesione alla identità stereotipa proposta dai mass-media. A lungo termine ne consegue un depauperamento del potenziale creativo proprio dell'infanzia. Chi esce troppo presto dagli "anni magici" rischia un'identità emotivamente arida, un pensiero conformista, una eccessiva ricerca del consenso sociale.
Certo la fretta di crescere si afferma in un contesto di generale accelerazione della vita quotidiana. Sin da piccoli i bambini vengono incentivati all'autonomia e soprattutto le bambine ricevono particolari apprezzamenti per la loro "adultità". Ma, visti gli esiti, è forse è il caso di rallentare la corsa.
Ecco una serie di consigli che mi sento di dare ai genitori:
1) meglio adottare abitini sobri senza cedere alle lusinghe del "lolitismo"; 2) non regalare cosmetici e gioielli; 3) sdrammatizzare l'eventuale sovrappeso e non colpevolizzare il cibo; 4) evitare libri e spettacoli eroticamente stimolanti; 5) rinviare l'acquisto del cellulare e controllarne l'abuso; 6) proibire i "viaggi" in chat dove sono sempre possibili incontri pericolosi; 7) non mostrarsi lusingati per i primi corteggiamenti o alludere divertiti al "fidanzatino"; 8) favorire le amicizie di gruppo rinviando a più tardi l'esclusività dell'amica del cuore; 9) non incentivare le esibizioni (cast di baby modelle, spettacoli, book fotografici); 10) preferire sport di squadra non competitivi; 11) accordarsi con le mamme delle compagne di classe per adottare atteggiamenti coerenti. E, infine, convincersi che la pubertà è un'età di passaggio, intermedia tra un "non più" e un "non ancora", che va rispettata e protetta.

Fonte: "Corriere della sera" del 23 aprile 2011
Segnalato da Centro di Ricerca per la Pace