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Riflessione sull'immigrazione

Da diversi anni oramai sono la maggioranza della popolazione straniera residente nel nostro Paese. Anche per il 2015, stando ai dati diffusi oggi dal Dossier statistico immigrazione, le donne si confermano (anche se solo per alcuni punti percentuali: 52,6%), oltre la metà dei non italiani.

I loro volti non sono difficili da immaginare, se ci si sofferma sulle provenienze indicate dal testo: ucraine, rumene, filippine, moldave. In tutte queste nazionalità le donne sono prevalenti, rispetto al numero degli uomini. E il perché non è difficile da indovinare: suppliscono alla mancanza di un welfare statale, fornendo una soluzione a basso costo (spesso non regolarizzata) alla domanda di cura degli anziani e delle persone con disabilità delle famiglie italiane.

Per questo hanno subìto meno, rispetto all’occupazione maschile, gli effetti della crisi economica. Rispondono a una domanda reale. Una domanda di necessità. Basti notare come il numero delle collaboratrici domestiche sia (questo certo per effetto della crisi) diminuito rispetto all’anno scorso, mentre continua ad aumentare quello delle assistenti familiari per anziani.

Un dato non nuovo, che ci costringe a rilevare (ancora una volta) come questo welfare familistico abbia creato una «segregazione delle immigrate nelle posizioni più basse e meno qualificate della struttura occupazionale, in settori in cui le condizioni di impiego non sono sempre le migliori ed è diffuso il lavoro irregolare».

A oggi, stando ai dati dell’Inps, a occuparsi dei nostri cari sono per il 74,7% donne straniere: oltre 672mila su poco più di 886mila. E ci si riferisce con questi numeri a coloro che, tra collaboratrici domestiche (le cosiddette colf) e assistenti familiari (meglio note come badanti), sono in regola con i contratti. Ma secondo l’Istituto previdenziale le lavoratrici irregolari eguaglierebbero per numero quelle con contratto. Chissà cosa accadrebbe a questa Italia se d’improvviso scomparissero tutte…

Corre il pensiero ad altre donne, quelle allontanate in malo modo con le barricate da Gorino. Loro che non sono ucraine rumene, filippine o moldave. Loro, la cui migrazione non è forzata dalla necessità di un lavoro, né (apparentemente) risponde a una nostra domanda impellente…

C’è qualcosa che non torna in questo discorso di chi ha bisogno di chi…

27 ottobre 2016