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Sì ai Cie in Toscana. La maggioranza, tutta, approva mozione in Consiglio

Il Consiglio Regionale della Toscana apre ai CIE, ai dannati lager per immigrati che rischiano la vita per raggiungere la Fortezza Europa. Dietro un miserabile artificio retorico "garantire la doverosa collaborazione istituzionale" con il governo razzista Berlusconi/Bossi/Maroni, i capigruppo della maggioranza (Vittorio Bugli per il Partito Democratico, Marta Gazzarri per l’Italia dei Valori, Monica Sgherri per la Federazione della Sinistra e i Verdi e Pieraldo Ciucchi per il Partito Socialista) scelgono politiche di accoglienza contrarie ad ogni principio di umanità Qui la mozione in cui la retorica orwelliana raggiunge picchi di notevole interesse; qui la Rete Toscana No Cie; qui la nostra petizione al presidente Enrico Rossi per fermare i Cie in Toscana; di seguito la reazione al voto di Ornella De Zordo (perUnaltracittà) e di Mercedes Frias.

"Con l’approvazione della mozione presentata oggi da tutti capogruppo di maggioranza in Consiglio, si è dichiaratamente aperta la strada per la costruzione di un CIE in Toscana.  Al di là delle affermazioni di principio contenute in premessa, il testo di fatto accetta la possibilità che un Centro di Identificazione e Espulsione sia aperto nella nostra Regione - ha detto Ornella De Zordo. Del resto, prima di essere eletto, Rossi, pur tra molte polemiche, aveva ventilato questa possibilità, ponendo come condizione una maggiore "umanità" dei Cie. Ora la sua maggioranza compatta lo segue su questa linea. Ma quanto accade quotidianamente nei Centri di tutta Italia, violenze, abusi, degrado e abbandono, ci conferma che non possono esserci CIE "umani", e che è la legge stessa che determina le caratteristiche dei Centri. Ma è già disumana e contraria al diritto l’esistenza stessa di simili luoghi, dove sono rinchiuse senza processo persone che non hanno commesso alcun crimine. Ma nessun partito in Regione sembra pensarla così."

"Leggo nel dispositivo della mozione della maggioranza sui CIE: "al fine di garantire l’integrazione e la regolarizzazione del soggiorno"... Temo " dice Mercedes Frias - che ai consiglieri regionali di maggioranza sfuggano due piccoli particolari:
- CIE sta per Centro di Identificazione ed Espulsione. Come caspita si può pensare a garantire "l’integrazione" di qualcuno che si trova in un non-luogo proprio perché in questo Paese non ci deve essere! È in attesa di essere buttato fuori. La regolarizzazione non è prevista nella legge italiana, mai, in nessun caso.
- Le Regioni non hanno assolutamente voce in capitolo per quanto riguarda la gestione di queste galere.
A quanto pare l’ipocrisia che impone la necessità di esistere come soggetto politico (e di governo), sovrasta i timidi sussurri della ragione.
Sfugge ai consiglieri che il prolungamento della detenzione in assenza di reato da 2 mesi a 18 mesi introdotta con il decreto sicurezza, altro non è che una forma di tortura. Altrimenti, mi dovrebbero spiegare a cosa serve questo aumento di pena? Se in 2 mesi una persona non è stata identificata? Come faranno ad identificarla aumentando la detenzione?
Da quando in qua è diventata "doverosa" la collaborazione con il governo? Con questo governo razzista, che ha fatto della xenofobia e del disprezzo per il diritto il suo punto qualificante.
Ovviamente, se un governo decide di portare avanti un progetto, lo fa. Ma, fra il collaborazionismo con questa ferita del diritto e dell’idea di dignità della persona e, una robusta azione di resistenza, bisogna decidere nettamente la propria collocazione, anche collettiva.
E tutto questo, cari consiglieri, in nome del "modello toscano", di cosa? modello di repressione. e viva lo sciovinismo!"

Fonte: L'altra città: giornale della periferia