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La spesa per la sanità pubblica. Ritorno alle mutue ? Quello che nessuno dice

Nella trasmissione televisiva su Rai 3 "Presa Diretta", svolta in data lunedì 6 marzo 2017, ho ascoltato la Ministra della Sanità Lorenzin sostenere che lo Stato, rispetto ai tagli previsti per la sanità, avrebbe stanziato oltre due miliardi in più per l'anno 2017.

Ora, non si capisce i numeri della ministra da dove escono fuori, visto che circa un mese fa, per l'esattezza il giorno 9 febbraio 2017, si è svolta la Conferenza tra lo Stato e le Regioni, che ha portato ad un accordo (intesa) tra il Governo, Regioni e le Province autonome.

Ciò è avvenuto in attuazione della legge di stabilità 2016 relativamente al “contributo alla finanza pubblica” da concedere alle regioni a statuto ordinario per l’anno 2017.

In quella Conferenza è stata stabilita una riduzione globale della spesa per il Fondo Sanitario Nazionale portandola ad euro a 112.578 miliardi. A fronte dei 116.170 miliardi che erano stati previsti dal DEF 2016.

Quindi con un taglio di ben mld 3,592 di euro (altro che incremento di due miliardi)... e addirittura una diminuzione di 356 mln di euro rispetto ai mld 112.934 certificati dalla Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, come costi nel SSN nell'anno 2015.

Ma bisogna anche rilevare che, a carico dei 112.578 miliardi, ci saranno anche sia i costi aggiuntivi dei rinnovi contrattuali, sia l’incremento dei costi per l’erogazione delle attività assistenziali (finalmente riconosciute) a carico del servizio sanitario nazionale.

Quindi, anche il governo Gentiloni/Renzi/Lorenzin, con il consenso delle Regioni, tra cui presidenti Rossi ed Emiliano compresi, si caratterizza per un ulteriore giro restrizioni sanitarie sulla pelle dei cittadini.

Purtroppo quello che sta avvenendo in Italia, è un Servizio Sanitario Pubblico sempre più striminzito, mentre, contemporaneamente, assistiamo ai rinnovi dei contratti di lavoro con una ulteriore espansione dei fondi integrativi per le coperture per spese mediche sanitarie.

Ad esempio nel nuovo contratto dei metalmeccanici si sostiene che gli incrementi economici a favore dei lavoratori saranno di 92 euro a regime (3 anni) , ma in realtà l'incremento reale differito in tre anni , è di 51 euro mensili, (17 euro l'anno) mentre gli altri 41 euro vengono considerati come costi nel Welfare e sono defiscalizzati a favore delle imprese (quasi a costo zero). Di fatto viene stabilita una previdenza integrativa ai lavoratori ed ai loro familiari per visite specialistiche, cure dentali, e ricoveri ospedalieri per interventi chirurgici. Nella sostanza si stabilisce una mutua aziendale come quella che avevamo conosciuto negli anni 50/60.

La strategia del governo sostenuta dalla Confindustria è chiara: ridurre la spesa sanitaria rispetto al PIL, per appartare la sanità ai fondi integrativi, al terzo settore, alla sussidiarietà, mettendo del tutto in discussione l'art, 32 della Costituzione, distruggendo ogni parvenza di Universalità come era stata stabilita nella Riforma Sanitaria nel lontano 1978.

Non si capiscono dove stanno le cifre inventate dalla Ministra Lorenzin, ma non si capisce nemmeno perché le Regioni abbiano cantato in coro, la soddisfazione per il taglio concordato, e per la successiva ripartizione di un FSN e privato fino a 112,5 miliardi.

Forse perché sapevano già a chi presentare il conto? Ai malati e cittadini con una nuova edizione di tagli, tasse e ticket ?

Occorre anche rilevare come a fronte di questo ulteriore scempio del servizio sanitario pubblico, nessuno ne parla ... la stampa sembra inesistente... le Organizzazioni Sindacali sono inesistenti...la sinistra di opposizione dice poco, ed anche i comitati in difesa della Sanità Pubblica, sembrano rassegnati. Solo i sindacati medici sembrano gli unici a denunciare la situazione.

E' possibile che siano solo i sindacati medici ad avere la lucidità ed il coraggio di denunciare l'ennesimo piano di impoverimento economico del Welfare dei cittadini nel momento di maggior bisogno?Ci oè quando i malati, sono anche colpiti dall'impoverimento (soprattutto i pensionati) a causa della crisi economica e sociale?

Ma non basta denunciare, occorre passare dalla protesta alla alla lotta, nelle assemblee elettive e nelle piazze. La sinistra di opposizione deve mobilitarsi in Parlamento e fuori dal Parlamento !

La battaglia necessaria per respingere i tagli alla sanità e difendere il Servizio Sanitario Pubblico può e deve essere fatta !

Umberto Franchi

Lucca, 7 marzo 2017