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Col ritorno alla grande del Sindacato in piazza il 9 febbraio a Roma, con la manifestazione di Milano del 2 marzo, con la critica all’”Europa dei populismi” argomentata con rigore nel congresso romano di Magistratura democratica, con i cattivi umori elettorali rivelatisi in Abruzzo e Sardegna e da ultimo con l'oltre un milione di voti dato dai cittadini a Zingaretti per riscattare dal lungo sequestro il partito democratico, sembra segnata la fine, almeno in Italia, del populismo arrogante messo al potere dal populismo incosciente.

La banalità del male, il gusto di escludere, di infierire sull'altro perché "non dei nostri". La carogna nera guida alcune scelte che si stanno prendendo in questi giorni. La gioia del sopruso ottuso.
Un emendamento della Lega alla legge di bilancio esclude i cittadini extracomunitari dalle agevolazioni per le famiglie numerose (la carta della famiglia). E lo Stato non risparmierà niente.

È su Lodi che simbolicamente ci giochiamo davvero l'anima come comunità e democrazia, nella lotta e nel riconoscimento di uguali diritti e uguali doveri.

Ho ammirato la decisione di Corrado Formigli ieri che, nel pieno di una crisi di governo seria, inedita e inaspettata sulla manovra economica, ha deciso di dedicare l'apertura del suo programma a Lodi. E su Lodi ha continuato a mantenere l'attenzione per tutta la trasmissione.

Non era mai accaduto che per campagne politiche si mettessero di mezzo i bambini.

La cosa bella nelle nostre scuole è quella purezza che si perde purtroppo con il passare degli anni per cui bambini di diversa provenienza, diverse religioni, diverso colore della pelle dopo pochi minuti superino barriere che la politica ci mette anni ad affrontare.