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Etica pubblica ed etica privata (Massimo Cacciari)

Le polemiche relative a Pacs e DICO sono sicuramente sezionabili su più livelli e forse il più interessante è il problema sempreverde del rapporto tra etica pubblica ed etiche private. A questo proposito si può citare la rilettura del pensiero del sociologo tedesco Max Weber (1864-1920) fatta dal filosofo Cacciari nella prefazione alla ristampa de “La politica come professione” Mondadori 2006. In una intervista rilasciata a Panorama il 9-3-06 così ha risposto ad alcune sollecitazioni.
(Ida Tesconi, portavoce dell'AAdP)

Weber può ancora servire a risolvere le contraddizioni della politica che stiamo attraversando?
E’ il modo giusto per affrontare oggi il problema della democrazia.Direi di più:della democrazia in crisi.Una lezione di grande realismo,in primo luogo. Cosa evidenzia Weber? La straordinaria complessità e perciò fragilità del regime democratico può essere affrontata solo attraverso una sofisticatissima combinazione fra etica e politica. Altrimenti,questo essere in crisi permanente della democrazia si trasforma nel caos,proprio nel senso del casino.
Ma che cosa deve essere il “politico democratico”?
Un professionista del consenso. E per esserlo veramente fino in fondo deve avere dei valori. Valori responsabili,di cui sono,sì,per una verso convinto,ma che ho elaborato sulla base di una conoscenza realistica della situazione storica.

Insomma,secondo la definizione classica, da una parte la responsabilità propria della professione politica e dall’altra i principi assoluti,la convinzione.
No! Attenzione, io propongo una lettura che si differenzia dalle semplificazioni scolastiche. Per il politico democratico i due piani non sono contrapposti,convivono,si sovrappongono,si stratificano nell’azione politica. Perché la politica,sebbene sia un mestiere,non può che fondarsi su valori e principi. Quindi,per usare la parola chiave weberiana, “l’idealtipo” del politico democratico è questo: una persona che elabora valori,consapevole che non si tratta di valori religiosi,valori assoluti,valori ideologici,ma di principi storicamente relativi.

Ma a che servono se sono relativi e quindi non valgono?
Non che io li ritenga relativi nel senso di indifferenti. Al contrario penso che valgano in quanto si confrontano con altri valori,in relazione ai valori degli altri,in un orizzonte plurale della democrazia. Altro che relativismo! Weber usa un concetto efficace come uno slogan:politeismo della democrazia. La volontà di potenza che caratterizza il politico va combinata all’idea di responsabilità. Cioè: io intendo sì governare sulla base delle mie idee e delle mie convinzioni,ma responsabile nei confronti della democrazia,nella sopravvivenza del pluralismo democratico. In caso contrario si entra nel dominio dell’ideologia e della demagogia, che alla fine distruggono il sistema democratico. Weber ha scritto La politica come professione proprio per difendere una precisa idea di democrazia contro le istanze rivoluzionarie del bolscevismo e del comunismo,dicendo, pagina profetica,che se avessero continuato a svilupparsi sarebbero state l’anticamera di una cupissima e tremenda reazione conservatrice. Ed era il 1919. Siamo alla soglie della nascita del nazismo e all’affermazione del fascismo.