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Un momento di forte impatto emotivo si è avuto sabato 26 agosto alla Versiliana di Marina di Pietrasanta per il modo in cui è stato affrontato il dramma della guerra in Ucraina e del futuro che ne dipende. La notizia di ciò che sta accadendo è stata data da Michele Santoro, che con la sua straordinaria capacità di convocazione aveva indetto la grande assemblea.

Meno male che Kissinger ha cento anni, perché se ne avesse cinquanta di meno farebbe dell’Ucraina un Vietnam, dettando tutto da solo le scelte della politica estera americana, come oggi dice di aver sempre fatto in passato.

Il prezzo dei beni alimentari cresce rapidamente, dando un contributo decisivo all'aumento dell'inflazione. Ma da cosa dipende questo aumento?

Possiamo escludere che discenda dal costo della manodopera nella filiera della produzione e della distribuzione alimentare perché tutti i dati indicano la presenza di salari molto bassi in tali settori, dove peraltro esistono diffuse forme di capolarato.

Certamente pesano i vari passaggi presenti nella filiera che cercano margini e altrettanto rilevante è il prezzo dell'energia per i trasporti.

Ma un ruolo centrale hanno le speculazioni finanziarie sui prezzi delle materie prime alimentari, un tema su cui bisognerebbe intervenire.

Provo a descrivere cosa avviene, semplificando una questione assai complessa.

Secondo l’indagine condotta dall’Ocse , l’Italia è l’unico Paese Europeo dove nell’arco degli ultimi 30 anni lo stipendio annuale medio di chi ha un lavoro dipendente , è diminuito del 2,9%, quello delle pensioni del 15%, mentre gli stipendi dei “top manager” sono incrementati fino a 649 volte quello di un operaio.

I dati Istat ripresi anche dalla Caritas ci dicono che nell’arco di 15 anni (2007 2022) in Italia poveri assoluti che non hanno cibo a sufficienza sono triplicati passando da 1,8 milioni a 5,6 milioni di persone, quelli che sono a rischio povertà assoluta e non arrivano alla fine de mese sono passati da 5 milioni a 15 milioni di persone .

Ben ci sta. Ce li siamo meritati. Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana sono il biglietto da visita ideale della destra che assume la guida dei due rami del Parlamento. Ideale, perché solo gli smemorati potevano credere alla favoletta della “morte delle ideologie”. Il nazionalismo è vivo e vegeto, semmai è l’internazionalismo a non passarsela troppo bene in tempo di guerra. Neanche vorrei che drammatizzassimo, eccitando gli smidollati che scrivono sui muri minacce di morte al cuore nero ’Gnazio che se la ride a passare per vittima (“non rinnego la mia storia”) bene inserito com’è da decenni nei palazzi del potere e nell’italica dolce vita. Uomo di mondo, non farà certo peggio della Casellati. Quanto al leghista vandeano Fontana, dov’è la novità? Ce la siamo forse dimenticata Irene Pivetti che da presidente della Camera partecipava alla messa di riparazione del Circolo Lepanto contro l’inaugurazione della moschea di Roma?

Interessante, e segno mirabile della strategia dei neofascisti, che l’identitarista, cattolico integralista, “pro-vita”, omofobo e amico dei nazisti, Fontana, centri il suo discorso da presidente della Camera su un elogio della “diversità”.

Proprio lui parla contro l’omologazione contro l’omologazione – lui che della lotta contro le diversità ha fatto una bandiera. Diversità ha sempre significato questo: scostamento da una norma – quanto ai comportamenti sociali, alle propensioni sessuali, a una presunta normalità di razza. Concettualmente, diversità significa negazione dell’identità. Diversità implica la Norma, e dalla Norma è sempre stata additata come Patologica.