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Bussano alla porta (Di Rienzo Maria)

Pubblicato su "Notizie Minime della nonviolenza", n. 723 del 6 febbraio 2009

"Un clochard italiano di 56 anni e' stato trovato morto nell'area della dogana... e' il settimo in citta' dall'inizio dell'inverno... in tasca aveva una tessera della mensa di S. Francesco...". La notizia e' sullo stesso quotidiano in cui si annuncia placidamente che il governo schedera' i
senzatetto, lo stesso giorno.

Capito la malizia? Pur di non collaborare al "pacchetto sicurezza" cosa non farebbero i disgraziati! Questo e' persino morto. Di certo adesso se la ride da qualche parte.

Dev'essere cosi', dev'essere andato in un posto in cui le lattine lasciate per strada sono sempre mezze piene, e si trovano sui marciapiedi pacchetti di biscotti e sigarette ancora interi. Un posto in cui i bambini non hanno paura di lui.
Un posto in cui si dorme all'aperto solo nelle notti d'estate piu' chiare e calde e piene di stelle, ma quando c'e' freddo o piove ci sono porte che si aprono e qualcuno che sorride. Un posto in cui i poliziotti non lo cacciano, un posto in cui nessuno lo cosparge di benzina mentre dorme.
Peccato che abbia dovuto andare a cercarlo lontano, il posto in cui stare, cosi' lontano che non potra' mai raccontarci cosa significa vivere da essere umano in mezzo ad altri esseri umani.
Peccato, perche' e' da un bel po' che noi ce ne siamo dimenticati. Per questo oggi ingoiamo la schedatura delle persone senza fissa dimora, la legalizzazione delle "ronde padane", i medici che denunciano i loro pazienti e la tassa per il permesso di soggiorno senza battere ciglio. Convinti che gli "uomini neri" non busseranno mai alla nostra porta.
Poi senti il colpo, ed e' gia' il nazismo, e' gia' troppo tardi.