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La pelle degli ultimi: I cristiani ieri e oggi davanti a ordine e sicurezza

di Mario Pancera

Nel 1911, guerra contro la Libia, il nazionalista Enrico Corradini disse che gli arabi erano bestie selvagge da frustare e all'occorrenza impiccare, neanche fucilare. Era uno scrittore, pubblicava giornali, manipolava l'opinione pubblica. Interventista nella guerra contro l'Austria, il suo modo di essere era quello del futuro fascismo, che con i suoi scritti contribuiva a preparare. Infatti dal 1922 fu fascista. Tra gli ispiratori del corporativismo (che vedeva dipendenti e imprenditori nello stesso sindacato), fu eletto senatore e divenne anche ministro. Nel nuovo parlamento, nel governo, nel mondo dei giornali e, temo,  tra i sindacalisti qualche Enrico Corradini si trova anche oggi. I regimi fanno scuola rapidamente.
L'articolo può finire qui. Stando ai giornali, l'ordine e la sicurezza impostati dai fascisti del secolo scorso non sono molto diversi da quelli di questo secolo. La prima pagina di «City», 28 aprile 2008, rappresenta il pensiero e le azioni della società oggi alla ribalta: «Le ronde anche a Verona. Al Nord pattuglie in 200 comuni. Dopo l'ultimo delitto a Verona (un romeno ha ucciso due coniugi) il sindaco istituisce le ronde dei volontari. A Treviso impazzano i vigilantes. Aumenta la richiesta della giustizia fai-da-te. Pattuglie di comuni cittadini controllano le strade di più di duecento comuni del Nord». Due giorni dopo, altro terrore: «In Italia più di due milioni di stranieri. Crescono paura e intolleranza». E l'8 maggio: «Sicurezza: omicidi in calo, ma gli italiani hanno sempre più paura», illustrato con foto di ronde padane in camicia verde ("City", quotidiano gratuito, legato a RCS-Corriere della sera).

Il nuovo sindaco di Roma, Gianni Alemanno, di Alleanza nazionale, dice: «È il momento di cambiare pagina» e «Il Messaggero» di Roma titola: «Alemanno: armi ai vigili. Espulsioni subito». Siamo al concetto di ordine e sicurezza contro gli oppositori e gli stranieri poveri. Gli stranieri ricchi, naturalmente, non hanno nessuna paura di essere espulsi. Anzi, a qualcuno di loro, arabo, si vorrebbero far acquistare perfino le nostre società di calcio.

La «Voce repubblicana» titola: «Diffidenza verso gli islamici». Il leader della Lega, Umberto Bossi, afferma di avere già pronti trecentomila uomini con i fucili «caldi» a protezione della sua idea di Padania libera. A metà maggio, a proposito di uomini, donne e bambini che sbarcano a Lampedusa, un quotidiano invoca in prima pagina «Non facciamoli entrare». 

Sembra folclore, come nel 1922. Poi vennero le modifiche dello Stato, gli attacchi alla Chiesa, le leggi speciali e quelle razziali. Nelle pagine interne dei giornali si disperde la notizia secondo cui il sindaco berlusconista di Assisi decreta l'allontanamento dei mendicanti da chiese e monumenti per «motivi di sicurezza». Il cardinale Martino ribatte: «Scandaloso impedire l'elemosina». Meno male, visto che i francescani sono l'esempio universale della povertà e della carità. A Venezia il sindaco di sinistra segue l'esempio di Assisi. I questuanti sono quasi tutti stranieri e dalle interviste tv risulta che disturbano soprattutto i commercianti e le bancarelle.

«Ordine e sicurezza», ne sentiremo parlare a lungo. Non c'è dubbio che l'immigrazione provochi problemi assai pesanti, chi può negarlo?, ma la comprensione va garantita dalla democrazia e dalle sue leggi, seguite con scrupolo e intelligenza. Questo i cristiani devono dirlo. Va dunque impedito il racket, le cui prime vittime sono proprio i poveri. Ma le ronde, di qualsiasi colore, sono una garanzia? A Napoli, secondo la tv, anche i rom pagano il pizzo per dormire sotto i ponti.

Mario Pancera