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Lo scandalo morale del vangelo di Gesù

Buon Natale, Natale buono!

Ho ricevuto alcune risposte "morali" (distinguere chiaro il bene dal male) alla provocazione evangelica inviata con qualche pensiero di Scquizzato (v. sotto). In effetti, il vangelo è uno sconvolgimento difficile da accettare. Chi può dire di averlo davvero accettato? Altro che dolce consolazione! Ci toglie le sicurezze ben sistemate, le gerarchie di valori, la morale chiara.

Il vangelo di Gesù, che gli ha procurato la condanna a morte feroce dalla religione e dall'impero, è disordine al posto dell'ordine, è amore più che morale - e l'amore è folle, sia nel desiderare che nel donare - è scandalo per i religiosi, è follia per i ragionevoli, è destabilizzazione per la società, è rottura delle gerarchie anche morali.

Il "dio" Padre di Gesù non è il dio della religione bon ordinata, perché ama i buoni tanto quanto i cattivi, perché la sua giustizia è perdonare il male e il peccatore, e dunque ammetterlo nel suo paradiso insieme ai giusti. Anzi, dice di essere venuto a salvare i peccatori dalla punizione, non a premiare i giusti. La sua giustizia, a differenza della nostra, è misericordia, è mettere il suo cuore nella nostra miseria, e così trasformare il miserabile cuore di pietra in un cuore di carne.

La società umana, noi tutti, abbiamo bisogno di ordine, per non farci troppo male, perciò abbiamo bisogno di leggi (castigo, pena per le colpe, restituzione di male per male), di stato (participio passato del verbo essere, il massimo della stabilità senza avventure), di morale. Ciò è innegabile. Ma non basta. Se il cuore non va oltre, siamo nel cerchio della morte, senza uscita, perché tutti quesi nostri sistemi di difesa sono patteggiamenti con la morte, uso della morte nell'illusione, che non sappiamo superare, di vincere la morte con la morte, la violenza con la violenza. Per questo facciamo sempre guerra, privata o pubblica, statale o terroristica. Vogliamo vincere gli uni sugli altri, per dare garanzia di un ordine più giusto e sicuro. Per questo i "politici" lottano tra loro e cantano ridicolmente "vittoria" quando vengono eletti, cioè caricati del tremendo peso di regolare l'ordine e fermare la violenza tra noi. Sono i più ingenui e illusi, ingannati dall'ambizione: credono di essere capaci di governare le ambigue passioni umane e va già bene quando non poeggiorano la situazione con violenze e ingiustizie maggiori di quelle che trovano. Ma la storia non è condannata a fermare il male col male, la prepotenza con la prepotenza. L'umanità non è condannata a rivoltolarsi nella sua miseria illusa.

Alcune sapienze umane hanno visto che l'uscita dalla lotta cieca che ci fa soffrire è riconoscerci reciprocamente nell'errore, nella debolezza, ma altrettanto nel desiderio insopprimibile di bene, nell'intuizione più profonda di ogni altra, che la pace, la giustizia, la compassione e la benevolenza non solo sono possibili davanti a noi, ma sono il nostro vero essere, e vivere non è altro che cercarli per reggiungerli nel tempo più grande, che ci avvolge.

Gesù è uno di questi sapienti. Chi ascolta e cerca di accogliere il suo vangelo, sa che egli ha vissuto nella sua persona questa realizzazione umana. Chi ha il dono di potere cominciare a intuire la sua persona, che ci trasmette il suo spirito, il suo animo, comincia a comprendere il suo vangelo: i tempi lunghi sono accorciati, noi peccatori siamo perdonati e guariti, fatti giusti dalla giustizia del Padre-Madre che Gesù ci porta nella sua persona di Figlio, in un senso pieno di questa parola. Il vangelo realizza e turba. Non condanna il cammino faticoso e contraddittorio della nostra storia (morale, politica, legge, potere, lotte), ma lo supera totalmente. Chi si fida di Gesù di Nazareth comincia a vivere nel mondo superando il mondo, accompagnandolo alla sua realizzazione, al suo compimento anelato da noi più di ogni altro bene, ricchezza, soddisfazione. Chi cerca di essere discepolo di Gesù, cioè i cristiani, stimano e ammirano tutta la ricerca umana, tutte le sapienze e religioni, mentre trovano in Gesù il più grande dei sapienti e profeti, perché vedono nella sua persona umana, carne della nostra carne, la realizzazione agognata della nostra umanità, la nostra salvezza incarnata.

Ma Gesù urta il mondo, si scontra, il mondo un poco lo ascolta, molto lo respinge, lo ammazza sulla croce, il patibolo degli infami. Ma, in qualche modo, i cristiani sanno che il suo spirito non finisce nella morte, cercano di riceverlo in sé, e di viverlo. Ma occorre, contro gli aggiustamenti facili, o le ricadute indietro nella logica del mondo che cerca garanzia nella violenza, occorre ricordarci la rivoluzione di Gesù.

Nei giorni delle stragi, delle guerre, dei milioni di persone condannate a vivere in fuga, e molti ad annegare nel Mediterraneo, nei giorni degli spiriti e voci di vendetta, occorre ricordare il capovolgimento che Gesù ha fatto.

Ecco perché, nella notte di Natale, ho voluto diffondere questi semplici veri pensieri che Scquizzato (grazie a D. che me li ha trasmessi) ha ricordato, antichi e sempre nuovi, da risascoltare e assimilare.

Questa è la semplice verità evangelica: Dio non condanna, ma salva dal male. Salva anche Anis Amri. il terrorista di Berlino, ucciso a Sesto mentre voleva ancora uccidere.

Il rinnovamento evangelico nel nostro tempo di grazia ci sta rivelando verità sul vero Padre di Gesù, ci libera dalla falsa idea di dio, fabbricata dalla religione.

L'inferno non è un "luogo". "Inferno" è aver fallito la vita, non essere giunti alla costruzione di sé, aver costruito la vita su un fondamento senza consistenza. Con la morte biologica arriveremo a portare a compimento la nostra vita, a riassumere le nostre storie. La morte biologica libera in noi tutte le nostre potenzialità. Tutti noi, alla morte biologica, proveremo dolore per non essere giunti ad amare compiutamente.

Così anche Anis Amri, dopo la sua tragica morte biologica a Sesto San Giovanni, si è trovato all"Inferno". Quale vita sprecata! Quale immenso dolore per le vittime di Berlino ! Quale indicibile sofferenza al vedere come il suo "peccato" si sia fulmineamente diffuso per il mondo creando "immagini feroci, disumane, gaudenti per la morte dello stragista". Capirà di avere lanciato il camion principalmente contro se stesso, contro la sua religione, contro Allah, contro tutta l'umanità.

Ma...o sorpresa ! Anis vi troverà Dio! Poiché Dio, con l'incarnazione, ha traslocato. Non è più nel cielo, ma è dentro ogni inferno che ci portiamo nel cuore, dentro ogni situazione di morte. Dio è "all'inferno" per cercare, perdonare e salvare proprio coloro che sembrano definitivamente perduti.

BUON NATALE !