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Che non sia un Natale vuoto e cieco, ipocrita e ingiusto, carico solo di apparenza

Una delle tentazioni moderne è quella di una fede, e di una Chiesa, cucita a misura. Una fede a metà, che crede solo a precisi se e ma. Pronta all’occorrenza, al particolare interesse. Ma, improvvisamente, da gettare nella spazzatura della società quando diventa pietra d’inciampo, scomoda per le proprie mangiatoie in questo mondo.

Cenere in testa e acqua sui piedi. Tra questi due riti si snoda la strada della Quaresima.

Apparentemente, poco meno di due metri. Ma, in verità, molto lunga e faticosa.

Perché si tratta di partire dalla propria testa per arrivare ai piedi degli altri.

A percorrerla non bastano i quaranta giorni che vanno dal mercoledì delle ceneri al giovedì santo.

Una premessa metodologica mi sembra utile. Di una persona grandemente significativa come don Tonino Bello, si può parlare su due registri: il primo filologico, teso a raccogliere con precisione scrupolosa la sua parola e testimonianza; il secondo “re/sponsabile”, cioè consistente nel rispondere al suo stimolo accettando l’impegno che ci trasmette. Il primo modo è quanto più possibile oggettivo, il secondo è personale, implica scelte che non sono necessariamente condivise da tutti, sebbene orientate agli stessi valori e proponibili alla considerazione di tutti. L’ascoltatore o lettore attento può distinguere i due generi di discorso, anche se non sono materialmente separati.

Religiosa delle Figlie di Maria ausiliatrice, suor Alessandra Smerilli ha 43 anni ed è originaria di Vasto (Chieti). Insegna Economia politica ed elementi di statistica alla Pontificia Facoltà di Scienze dell'educazione "Auxilium" di Roma. Nel 2014 ha conseguito il dottorato in Economia presso la School of Economics della East Anglia University (Norwich, Regno Unito), mentre nel giugno 2006 il dottorato di ricerca in Economia politica presso la Facoltà di Economia della "Sapienza" di Roma. È socia fondatrice e docente della Scuola di Economia Civile e membro del comitato etico di Etica SGR. Ha scritto a quattro mani con Luigino Bruni "L'altra metà dell'economia" (Città Nuova, Roma 2015) ed è in corso di pubblicazione il volume "Carismi, economia, profezia: la gestione delle opere e delle risorse", con l'editrice Rogate.

Papa Giovanni, grande maestro di pace, fu solo militare volontario, per un breve tempo giovanile, per sostituire il fratello, e non può essere reclutato a forza a confermare e benedire l’etica militare. E’ un abuso e un’offesa alla quale speriamo e attendiamo rimedio da papa Francesco. E’ un atto paragonabile alle insegne religiose abusate negli stendardi militari e al dio nazionale invocato contro il dio della nazione nemica. E’ uno sprofondamento nel paganesimo tribale, e un sotterramento del vangelo. I funzionari clericali che hanno compiuto questa offesa devono ritirarla e chiedere perdono.