La pandemia non è una guerra, è una catastrofe
- Alessandro Volpi
- Categoria: Notiziari AAdP: sommari ed editoriali
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La pandemia e la guerra hanno in comune le vittime, la paura e l'emergenza, intesa come sospensione di ciò che viene definito come normalità. Non bastano, tuttavia, questi tre elementi a giustificare l'utilizzo del linguaggio bellico per descrivere cosa sta succedendo.
Nove tesi e una traccia per un orientamento nonviolento durante e contro l'epidemia in corso
- Peppe Sini
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"Todo despareciò: cambiò la suerte
voces alegres en silencio mudo:
mas aun el tiempo da en estos despojos
espectaculos fieros a los ojos:
y miran tan confusos lo presente,
que voces de dolor el alma siente"
(Rodrigo Caro, Cancion a las ruinas de Italica, vv. 29-34)
Gli eventi si susseguono rapidi fra il confine di terra turco-greco e la striscia di mare che separa l’Anatolia dalle isole dell’Egeo. Il burattinaio Recep Tayyip Erdogan usa come pedine i milioni di rifugiati presenti sul suo territorio, bloccati dallo scellerato accordo del 2016 siglato proprio con le istituzioni europee, al prezzo di sei miliardi di euro pagati ad Ankara da un’Europa terrorizzata dall’idea di fare la propria parte nell’accogliere alcune decine di migliaia di disperati in fuga dal dramma siriano, dal buco nero afgano, dall’Iraq senza futuro.
Inno di Mameli (1847), inno nazionale italiano, riscritto da Enrico Peyretti il 14-6-2002, armonizzato con la Costituzione, nello stesso stile buffo del testo tradizionale, ma senza le sue violenze e brutture.
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Lo scudo della vergogna
Inno di Mameli civilizzato