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L’Italia deve chiedere all’Onu l’immediato riconoscimento della Palestina come Stato membro delle Nazioni Unite e impegnarsi a fornire sostegno politico, operativo e finanziario all’attuazione del Piano “due Stati per due Popoli”.

L’Italia deve dire basta!E deve riconoscere lo Stato di Palestina.

Con immenso dolore vi annunciamo che nessun bambino nascerà quest’anno a Betlemme per Natale.

Intanto nessuna famiglia non censita o araba può spostarsi da Nazaret a Betlemme, perché tra questa città e Gerusalemme c’è un muro alto otto metri che non si può varcare senza un’attesa di ore attraversando check point presidiati da coloni agguerriti e dall’esercito.

A Betlemme poi, in mancanza di albergo, non si può andare a partorire in una grotta, perché c’è il rischio che essa sia allagata da pompe capaci di trasportare migliaia di metri cubi d’acqua dal mare, come si minaccia di fare nei tunnel di Gaza per uccidere quanti vi sono riparati, liberi o ostaggi che siano.

Condividiamo il documento proposto da Centro di Ateneo per i Diritti Umani A. Papisca, Comitato promotore Marcia Perugia - Assisi e Università degli Studi di Padova per il 29 novembre, Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese.
Il documento può essere consultato alla pagina web: https://www.aadp.it/edocman/palestina/doc3608.pdf

Walid Jumblatt è il grande vecchio della politica mediorientale. È stato amico e nemico di tutti. A vent’anni era il golden boy di Beirut con un castello dei crociati come casa di montagna, motociclette e ragazze mitiche. A 28 anni gli uccidono il padre e lui eredita il partito dei drusi. «Non si sceglie il proprio destino» è la sua frase più celebre. Sopravvive a un’autobomba. Kalashnikov alla mano attraversa la guerra civile. E ce la fa. Da qualche mese ha ceduto il Partito socialista progressista al figlio Tamayur.