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Fano è una città splendida. Lo è anche il Medio Oriente, di uno splendore diverso. Una qualche sorta di luce, però, l’abbiamo in comune. Come il mare e il destino. La pioggia dall’Iran su Israele e il potenziale di destabilizzazione di una regione, e del mondo, che questa guerra porta con sé è l’esito di una logica ferrea della quale tutti possiamo essere vittime. Folle, ma ferrea, studiata dalla scienza che coltiviamo per ucciderci come da quella che cerca vie per la pace.

Teoria dinamica: ad ogni azione corrisponde una reazione sempre più intesa, sempre più letale. Dinamica della guerra. Logica dell’escalation che l’arroganza di chi decide se usare la forza o meno crede di poter gestire e controllare.

Credo che dobbiamo alzare il livello di coscienza riguardo alla tragedia in atto a Gaza. La guerra di Gaza è di fatto una radiografia della situazione mondiale, è una confessione sullo stato del mondo.

L'evento di Gaza non è una guerra, ma è un genocidio, e come tale rappresenta il punto di caduta della nuova concezione della guerra quale è stata adottata a partire dalle scelte strategiche sulla sicurezza compiute degli Stati Uniti dopo gli attentati alle Torri gemelle dell'undici settembre 2001.

Intervista al sociologo israelo-tedesco Moshe Zuckermann: «Israele l’ha utilizzata a fini ideologici: il sionismo come risposta»

Moshe Zuckermann è un sociologo israelo-tedesco e professore emerito di storia e filosofia all’università di Tel Aviv. È autore di libri sul conflitto in Medio Oriente, tra cui Il destino di Israele. Come il sionismo porta avanti il proprio declino. Fa parte del gruppo di studiosi della storia dell’Olocausto, studi ebraici e studi sul Medio Oriente che nel 2021 ha elaborato la Dichiarazione di Gerusalemme.