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Sul viaggio del papa in Giappone vi trascriviamo l’articolo uscito oggi su “il Manifesto”.
“Appena un istante, tutto venne divorato da un buco nero di distruzione e di morte”. Così il papa ad Hiroshima. Ma lui è l’unico che resta ancorato a quel buco nero, l’unico che mette in gioco la sua autorità di leader per parlare da quel buco nero a un mondo che sembra voler correre a sprofondarvi di nuovo.

Una delle tante lezioni da trarre dalle guerre recenti, mi sembra questa: come ogni stato ha i suoi ambasciatori, oltre le spie, così dovrebbe avere un "avvocato dell'avversario", col compito di cercare, ascoltare, sostenere, nei conflitti acuti, le ragioni dell'avversario. Oltre il ministro della difesa (che pensa ancora la difesa soltanto in termini armati, militari), ci vuole il ministro della pace. Era questa la proposta di Aldo Capitini nel marzo 1948 (Cfr Aldo Capitini, Elementi di un’esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990, pp. 15-16 e Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni Cultura della Pace, Fiesole 1989, p. 102) e il suggerimento di Tullio Vinay nel febbraio 1977 (Cfr T. Vinay, L'utopia del mondo nuovo. Scritti e discorsi al Senato, Claudiana, Torino 1984, p. 285). Un tale ministro sarebbe incaricato di tenere aperta, e riaprire sempre, la ricerca dialettica e autocritica della verità e giustizia nelle controversie, con esclusione delle soluzioni violente, come impongono l'art. 11 della Costituzione e la Carta dell'Onu.

Le scrivo per invitarLa ad aderire alla Giornata nazionale di mobilitazione contro i muri della vergogna che si svolgerà sabato 9 novembre 2019, in occasione del 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino.