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La Camera ha approvato il secondo decreto sicurezza di Salvini dopo aver espresso su di esso un voto di fiducia al governo con 325 voti contro 248. Il decreto è incostituzionale non solo in quanto a singoli articoli della Costituzione e del diritto internazionale che lasciamo ai giuristi e al presidente della Repubblica di valutare ai fini di accertarne l'illegittimità, ma sopratutto è in antitesi con lo spirito globale della Costituzione, con la sua stessa ragion d'essere che com'è noto non è la ragion di Stato ma la ragione delle persone umane come cittadini, non come individui isolati ma come membri di comunità politiche. In questo senso esso è l'anti-Costituzione, e non basta per salvarsi l’anima uscire dall’aula quando lo si vota.

Col ritorno alla grande del Sindacato in piazza il 9 febbraio a Roma, con la manifestazione di Milano del 2 marzo, con la critica all’”Europa dei populismi” argomentata con rigore nel congresso romano di Magistratura democratica, con i cattivi umori elettorali rivelatisi in Abruzzo e Sardegna e da ultimo con l'oltre un milione di voti dato dai cittadini a Zingaretti per riscattare dal lungo sequestro il partito democratico, sembra segnata la fine, almeno in Italia, del populismo arrogante messo al potere dal populismo incosciente.

La banalità del male, il gusto di escludere, di infierire sull'altro perché "non dei nostri". La carogna nera guida alcune scelte che si stanno prendendo in questi giorni. La gioia del sopruso ottuso.
Un emendamento della Lega alla legge di bilancio esclude i cittadini extracomunitari dalle agevolazioni per le famiglie numerose (la carta della famiglia). E lo Stato non risparmierà niente.