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I rom sono antipatici a (quasi) tutti: ed è indubbio che una parte di essi vive nella illegalità, commette reati e induce i propri figli all’accattonaggio. Per molti italiani i rom costituiscono il primo motivo di allarme sociale.

«Noi siamo Charlie. Ma siamo anche i genitori dei tre assassini» è il titolo di una lettera bellissima di alcuni insegnanti francesi. È stata tradotta da Claudia Vago e diffusa in rete insieme a Roberto Ciccarelli. Ha ragione Claudia (ecco il suo blog) che scrive: “Questa lettera, scritta da quattro insegnanti di Seine-Saint-Denis, la periferia di Parigi di cui sentiamo parlare solo quando la disperazione brucia le automobili, apre uno squarcio di luce e ci impone interrogativi, anche a noi che non siamo francesi e non siamo stati direttamente colpiti dall’attacco a Charlie Hebdo”.

Diventare vecchi, prostituirsi a 14 anni. Parlare di vita in mezzo a tutte queste guerre
di Mario Pancera

Verso la fine della vita, dice un amico, ci si fanno molte domande. «Ci si interroga», rispondo. È un modo di dire letterario, dice lui: che cosa abbiamo da domandarci che abbia una risposta? Ti fai una domanda e non sai la risposta: perché è accaduto questo, e quest’altro? Cosa rispondi? Non sai. Puoi rispondere solo con un se dubitativo: se fosse andata così invece che cosà.