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Mi dichiaro insegnante inopportuna
Stamani, mentre andavo a piedi a scuola, avevo già in mente di leggere in classe la lettera della preside Annalisa Savino. Mi sembrava così ben scritta, così priva di retorica, così diretta, così pertinente non solo “ai fatti del Michelangelo” ma anche a quello che significa stare ogni giorno in mezzo ai ragazzi e alle ragazze di una scuola superiore.
Quindi a me sembrava non solo bello leggerla (e non uso la parola “opportuno” perché quando una cosa mi piace molto, ho voglia di parlare di bellezza) ma soprattutto sentire cosa ne pensassero i ragazzi e le ragazze, di quella lettera.

Il numero 634 – anno 56 di luglio e agosto 2019 di “Azione Nonviolenta”, rivista bimestrale del Movimento Nonviolento è dedicato interamente alla scuola e alla formazione. In questo numero monografico è quella che il pensiero pedagogico, da Tolstoj alla Montessori, ha sempre immaginato e sperimentato, la scuola della vita, dove libri e gioco, maestri e amici, colori e alberi si mescolano insieme.

Per un lungo periodo a partire dal "68" , le lotte e rivolte del Movimento Studentesco , si sono unificate con le lotte del movimento operaio che a partire dell’autunno caldo" del 1969 , sono state un fattore fondamentale delle lotte di classe nel nostro Paese.

Caro Ministro dell’Interno Matteo Salvini ,

ho letto in un tweet da Lei pubblicato questa frase: “Per fortuna che gli insegnanti che fanno politica in classe sono sempre meno, avanti futuro!”.

Bene, allora, visto che fra pochi giorni ricominceranno le scuole, e visto che sono un' insegnante, Le vorrei dedicare poche semplici parole, sperando abbia il tempo e la voglia di leggerle. Partendo da quelle più importanti: io faccio e farò sempre politica in classe. Il punto è che la politica che faccio e che farò non è quella delle tifoserie, dello schierarsi da una qualche parte e cercare di portare i ragazzi a pensarla come te a tutti i costi. Non è così che funziona la vera politica.