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Lettera dalla Palestina: dobbiamo fare qualcosa

Cari amici,
abbiamo manifestato la nostra collera e la nostra rabbia contro l'ingiustizia, l'occupazione e i massacri.
Molto bene.
Siamo stati ascoltati? Fatta eccezione per le persone che già si dedicano ala causa?
Non mi faccio illusioni, e non fatevene neanche voi.
Come agire concretamente per costringere i nostri governi a reagire?
Propongo questo:
Passo 1:
organizziamo una giornata nazionale (internazionale) di NON CONSUMO assoluto. Un sabato per esempio, non compriamo assolutamente nulla, non usiamo le carte di credito, non andiamo al bar, né al ristorante, né al cinema. In una parola: non facciamo circolare un euro.
In compenso comunichiamo, ovunque si incontri gente, per la strada, commercianti, artigiani, spieghiamo loro che noi non consumiamo per avere un impatto diretto sui nostri governi e perché tutto questo possa rimbalzare sulle relazioni internazionali.
Penso che se non si può arrivare al cuore dobbiamo arrivare al portafoglio. OCCHIO, perché l'essenza del denaro è il sostentamento della guerra.

Passo 2
:
lanciamo un ultimatum ai nostri governi con la seguente minaccia:
o un impegno reale, il ritiro delle truppe, la fine dell'occupazione, ... (sono troppe le rivendicazioni, bisognerebbe fare un lungo elenco), ecc. o la "destabilizzazione economica" (un terrorismo finanziario). Dio mio, solo la parola mi fa paura.
Mi spiego: prendiamo una banca a caso, per fare un esempio,e si ritira tutto (conto corrente, libretto di risparmio, ecc...), tutti nello stesso momento, lo stesso giorno, poi o si apre un conto in un'altra banca o si trattiene il denaro in casa per 48ore. O si ottiene una reazione o ci si rivolge ad un'altra banca.
Ditemi se lo trovate realizzabile o fattibile.
Penso che si debba reagire su ciò che fa male, il denaro.
Boicottare Israele è già una buona soluzione, ma che non ha alcun impatto sui nostri governi. Cioè, al caldo nelle nostre dimore dobbiamo fare pressione perché come in un dominio funebre la paura di perdere il denaro li prenda alla gola e li forzi a reagire, a condannare. A dire NO! Il resto: i buoni sentimenti, la collera, non servono più a niente.

E ricordatevi: l'uomo libero è colui che non ha paura di andare fino in fondo al suo pensiero (Leon Blum).

E il mio pensiero mi ordina questo, spesso quando vedo films di propaganda trasmessi da TF1. mi chiedo, inorridita cosa si faceva quando dei bambini venivano messi nei forni crematori, sono scandalizzata e la nausea, sempre, mi sale alla bocca.
Non voglio essere fra coloro che non fanno nulla.
Non voglio tapparmi le orecchie con la cera delle candele fatte brillare nella notte, in ricordo, a sostegno.
Voglio agire, voglio raggiungere il bersaglio, tra gli occhi, nel cuore.
Dobbiamo reagire.
Un muro... Berlino?
Un Apartheid... il Sudafrica?
Un ghetto... Varsavia?
Degli assassini determinati... il Congo?
Un genocidio... il Ruanda?
Giornalisti uccisi... il Chili?
NO - Israele, il peggio del peggio.

(Traduzione di Draghi bernardetta)


(Testo originale)
Les amis,
Nous avons manifesté notre colère et notre rage contre l'injustice, l'occupation et les massacres.
Très bien.
Avons nous été entendu? A part par les gens qui sont déjà ralliés à la cause?
Je ne me fais pas d'illusion et vous non plus.
Comment agir concrètement pour forcer nos gouvernements à réagir ?
Je propose la chose suivante :

Etape I :
Organisons une journée nationale (internationale) de non consommation absolue, un samedi par exemple, on n'achète rien nulle part, on ne fait pas usage de nos cartes de banques, on ne va ni au restaurant ni au café, ni au cinéma. En un mot pas un sous ne circule.
Par contre on communique, partout ou on rencontre des gens dans les rues, des commerçant, des restaurateur, on leur explique que nous ne consommons pour avoir un impact direct sur nos pays et par ricochet un impact sur les relations internationales.

Je pense que si on ne peut pas atteindre le coeur, il faut viser le portefeuille. Gardons à l'esprit de l'argent est le nerf de la guerre.

Etape II :
On lance un ultimatum à nos gouvernement avec la menace suivante :
Soit un engagement réel, le retrait des troupes, la fins de l'occupation, ... (il y a trop de revendications, il faudrait mettre de l'ordre), etc ... soit la déstabilisation économique (une forme de terrorisme financier). Mon Dieu, rien que le mot me fait peur.
Je m'explique, on prend une banque au hasard pour faire un exemple, et on fait un retrait massif de tout (compte courant, compte d'épargne, etc ...) tous en même temps, le même jour et soit on ouvre un compte dans une autre banque soit on garde ses sous chez soi pendant 48h00. Soit on obtint une réaction, soit on s'attaque à d'autre banque.
Merci de commenter l'idée ci-dessus, de me dire si vous trouvez ça réaliste ou faisable.
Je pense qu'on doit réagir sur ce qui fait mal, l'argent.
Boycotter Israël est déjà une bonne solution, mais ça n'a aucun impact sur nos propres gouvernement.  Or c'est ici, bien au chaud dans nos maisons qu'on doit mettre la pression pour que comme un domino funèbre la peur de perdre de l'argent leur enserre la gorge et les force à réagir, à condamner, à dire NON !
Le reste, les bons sentiments, la colère, la casse ne sert strictement plus à rien.

Et souvenez-vous :

L'homme libre est celui qui n'a pas peur d'aller jusqu'au bout de sa pensée
(Léon Blum)

Et ma pensée me dicte ceci, souvent quand je vois des films de propagandes diffusés par TF1, je me demande horrifiée ce que faisait les gens pendant qu'on mettait des enfants dans des fours, je suis scandalisée et la nausée, encore elle, me monte aux lèvres.

Je ne veux pas être de ces gens qui ne font rien.
Je ne veux pas non plus boucher mes oreilles de la cire des bougies qu'on fait briller dans la nuit, en souvenir, pour le soutien.