• Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

L'impunità e l'arroganza di Israele

Se un'aggressione così, anche più modesta, l'avessero compiuta l'Iran o i Talebani che cosa sarebbe successo?
Sicuramente ora sarebbero in volo i cacciabombardieri dei paesi occidentali, magari sostenuti dalla "democrazia" israeliana. Parleremo di attacco alla democrazia, di pericolo di terrorismo...

Non auspico certo una reazione di questa portata, ma sicuramente il balbettio dei paesi occidentali, anche degli USA, le deliranti dichiarazioni del viceministro degli esteri italiano Alfredo Mantica, esprimono bene l'impunità che viene garantita ad Israele e il non porre limiti alle sue politiche di repressione.

Permetteremo a qualunque paese del medio oriente di mettere sotto assedio un altro paese per anni?
Permetteremo ad un qualsiasi paese di attaccare in acque internazionali un convoglio che è diretto verso un altro paese?
Permetteremo l'occupazione sistematica di terre, perpetuando così l'annullamento di ogni possibilità di costruire una nazione palestinese?

La Shoah non ci ha lasciato nessun debito verso il governo e il popolo israeliano... ci ha lasciato un debito tremendo nei confronti dell'umanità intera, di quella sofferente e calpestata... fatta di ebrei, rom, omosessuali... e adesso di palestinesi, immigrati... di tutta quella umanità che è costretta a non poter vedere realizzate le proprie aspirazioni ad una vita migliore, perché un'altra parte del mondo, quella stessa che ritualmente ricorda la Shoah, deve garantire la propria sicurezza e il proprio benessere.
Un debito che possiamo saldare operando per un sistema sociale fondato su giustizia e democrazia, non costruendo fortini e assediando popoli.

Allora è necessario reagire... il silenzio  complice diventa accettazione, assuefazione all'orrore, e un pezzo di  storia del '900 ci dice gli orrori che cosa tutto questo produce (invito a rileggere Hannah Arendt).

Diventa attuale, come ricordato da "Un ponte per...", la campagna di boicottaggio, disinvestimento e  sanzioni nei confronti dello stato Israeliano.
Diventa essenziale isolare politicamente il governo isreliano, come a suo tempo fu fatto con il Sud Africa.

"Provocazione pacifista" l'ha definita il viceministro degli Esteri Italiano... non si tratta di provocazione, ma di un'azione nonviolenta che mostra ancora una volta la realtà del governo israeliano e il livello di assuefazione del popolo israeliano.
Sono le parole del vice ministro ad essere una "provocazione fascista", che ancora una volta voglio coprire l'illegalità e la violenza del governo israeliano.

Così come grave è la decisione contraria che il  governo italiano ha assunto, in sede ONU, rispetto alla richiesta di inchiesta internazionale. Quando mai in una zona di guerra si affida l'inchiesta ad una parte del conflitto... e a Gaza israele  in guerra!

Ancora una volta abbiamo dimostrato l'incapacità di leggere le continue violazioni al diritto internazionale che israele compie.


Israele è il vero nodo sul quale si misura la capacità della Comunità Internazionalòe di essere credibile.