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Il sogno dell'umanità (Sergio Paronetto)

In occasione del 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, condividiamo questa riflessione sulla nonviolenza di Sergio Paronetto, pubblicata su "Voci e volti della nonviolenza", n. 237 del 29 settembre 2008.
Per me quest'anno la giornata della nonviolenza vede al centro Martin Luther King, di cui abbiamo ricordato il quarantesimo anniversario dell'uccisione.
Il suo sogno è tra noi e con noi, concreto perché possibilità storica. Storia aperta. La pace Ë nuova nascita. Il futuro non può essere proiezione del passato, "un duplicato della vecchia epoca", egli scrive. Il passato (violento) non è un destino.
Il sogno di pace è più che futuro, è ad-venire, una realtà veniente, la radice piantata nel futuro come principio speranza (King viene dal futuro come tutti i testimoni di pace). Il futuro di un uomo inedito (Ernst Bloch, Ernesto Balducci), l'eutopia (Tonino Bello), una realtà liberata (Aldo Capitini, Paulo Freire), un movimento di amicizia liberatrice (Leonidas Proano), profezia in atto (Primo Mazzolari, Benedetto Calati), essere come dono-nascita (Hannah Arendt, Maria Zambrano, Diana Sartori), passione di Dio (Juergen Moltmann), amore politico (Roberto Mancini) o, appunto, "potere dell'amore".

Ricordo una sua struggente riflessione: "Tanti fra i nostri antenati cantavano canti di libertà e sognavano il giorno in cui sarebbero potuti uscire dalla schiavitù, dalla lunga notte dell'ingiustizia...  E cantavano così perché avevano un sogno grande e potente; ma molti di loro sono morti senza vederlo realizzato... La lotta c'è sempre. Facciamo dichiarazioni contro la guerra, protestiamo, ma è come se con la testa volessimo abbattere un muro di cemento: sembra che non serva a nessuno. E molto spesso, mentre si cerca di costruire il tempio della pace, si rimane soli; si resta scoraggiati; si resta smarriti. Ebbene, così è la vita. E quel che mi rende felice è che attraverso la prospettiva del tempo riesco a sentire le loro grida: 'Forse non sarà per oggi, forse non sarà per domani, ma è bene che sia nel tuo cuore. È bene che tu ci provì. Magari non riuscirai a vederlo. Il sogno può anche non realizzarsi, ma è comunque un bene che tu abbia un desiderio da realizzare. È bene che sia nel tuo cuore... Sono stanco della violenza, ne ho vista troppa... Non intendo lasciare che sia l'oppressore a prescrivermi il metodo che devo usare. Non intendo abbassarmi al suo livello; voglio elevarmi a un livello superiore...
L'umanità si aspetta qualcosa di diverso dalla cieca imitazione del passato. Non potrebbe darsi che l'uomo nuovo di cui il mondo ha bisogno fosse l'uomo nonviolento?".

Oggi il suo successore nella chiesa battista di Atlanta, Raphael Warnak, giovane teologo nato l'anno della morte di King, afferma che "il suo sogno continua, perché era ed è impegno, lotta, e dove c'è lotta nonviolenta il sogno continua pieno di significato per tutti".
Ognuno di noi può ospitare il suo sogno, che è il sogno dell'umanità e il sogno di Dio per l'umanità.