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La ragione, le ragioni ed i compiti dell'umanità

Ha ragione il papa quando dice che siamo nella terza guerra mondiale, condotta "a pezzi".

Ha ragione quando nella tragedia dei profughi in fuga da guerre ed orrori indica la primaria corresponsabilità delle imprese produttrici di armi.

Ha ragione quando chiama ad accogliere tutti gli esseri umani bisognosi di aiuto.

La guerra mondiale "a pezzi" ha ormai raggiunto anche le capitali europee. E l'esperienza brutale delle stragi lì compiute ci rende infine percepibile l'orrore che in primis i nostri governi hanno inflitto a popoli interi in questi ultimi decenni con le guerre condotte e promosse e fomentate ed armate, le guerre che sempre e solo consistono di stragi di esseri umani.

L'insensibilità europea al dolore degli altri cessa ora che i massacri divengono esperienza frequente anche in casa nostra, toccano i nostri amici e parenti più prossimi.

È ormai impossibile continuare a non vedere i frutti della guerra e del terrore: intere città ridotte in macerie, cumuli di cadaveri, processioni di schiavi in catene o nelle gabbie; le immagini esibite dagli stessi assassini, dagli stessi torturatori, attraverso i mezzi di comunicazione globali.

Ed è impossibile continuare a non vedere i milioni di esseri umani che hanno perso tutti i loro beni e fuggono dai luoghi in cui la guerra quotidianamente fa strage di esseri umani e gli orrori e le devastazioni hanno raggiunto dimensioni vertiginose e abissali. Questi milioni di esseri umani che per salvare la propria nuda vita sono costretti a odissee indicibili tra pericoli estremi e dinanzi ai quali l'opulento occidente continua a tener chiuse le porte ed i cuori: era antica saggezza che l'ospite è sacro, che lo straniero che si presenta tremante alla tua soglia va accolto e onorato, che ogni essere umano è messaggero del bene, che ad ogni essere umano un pronto, generoso soccorso deve essere dato; quando l'occidente nel suo tramonto ha dimenticato quell'antica verità, quel primo dovere, quel fondamento della civiltà? Accogliere il profugo, proteggere il perseguitato, salvare le vite: è il primo dovere; chi a questo dovere non adempie si colloca fuori e contro l'umanità che è una.

È tempo che l'umanità riconosca che il primo compito della politica è salvare le vite: e per salvare le vite occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi.

È tempo che l'umanità riconosca che il primo compito della politica è salvare le vite: e per salvare le vite occorre soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone bisognose di aiuto.

È tempo che l'umanità riconosca che il primo compito della politica è salvare le vite: e per salvare le vite occorre cessare di devastare la biosfera.

È tempo che l'umanità riconosca che il primo compito della politica è salvare le vite: e per salvare le vite occorre sconfiggere il maschilismo che è la prima radice e il primo modello di tutte le violenze.

È tempo che l'umanità riconosca che l'unica politica adeguata ai compiti dell'ora presente è la nonviolenza.

Vi è una sola umanità, in unico mondo vivente casa comune dell'umanità intera.

Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.

Il primo dovere di ogni persona, ed a maggior ragione di ogni civile istituto, è salvare le vite.

Solo la nonviolenza può salvare l'umanità dalla catastrofe.

 

Fonte: Centro di ricerca per la pace e i diritti umani