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Libia: se la dispensa è piena di veleni, bisogna ripulirla

Cari e seri amici mi telefonano per deplorare l'appoggio italiano ai bombardamenti in Libia sull'Isis (a Sirte, città in cui sono stato): peggioreranno la violenza. Armi più armi, così vincono solo le armi. Vi invito a leggere le proposte che faceva Nanni Salio nell'articolo: "I due terrorismi e le alternative della nonviolenza". E' vero che, se uno sta sparando ad altri, bisogna levargli l'arma anche colpendolo, se è davvero l'unico modo possibile (lo dice anche Gandhi), ma non se è l'occasione nostra per esercitare potenza, e metter le mani su quel territorio, anche colpendo popolazioni innocenti.

E' vero. Ma, per fare un preciso paragone, se la dispensa è piena di veleni, non basta fare la lavanda gastrica a chi ha mangiato l'ultimo, senza bonificare radicalmente tutta la dispensa. I veleni mortali sono le armi commerciate a fiumi (l'Italia ha triplicato le vendite in un anno), che vanno in mano a quelli a cui ora spariamo cone le stesse armi che gli abbiamo dato. Se non siamo pazzi, siamo criminali contro criminali. Accade nel mondo come nei vicoli di Napoli, appena ieri: una banda ammazza quelli dell'altra banda per conquistare un terreno di spaccio. Tutti i cuori umani e le ragioni sane gridino questo ai potenti drogati di potenza, sia nell'ideologia blasfema pseudo-religiosa, sia nell'ideologia capitalistica del profitto e consumo infiniti.

Con pena, ma con tenacia, Enrico