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Morire per diamanti, rinascere per la pace (Di Rienzo Maria)

Da "Azione nonviolenta", marzo 2007 (disponibile anche nel sito www.nonviolenti.org), col titolo "Morire per i diamanti, rinascere per la pace", pubblicato su “Voci e Volti della nonviolenza”, n. 70 del 27 giugno 2007.

Arrendersi alla rabbia e al dolore sarebbe stato facile. Hindolo Pokawa ha visto i membri della sua famiglia massacrati. Ha visto vicini di casa mutilare altri vicini. Era spaventato, minacciato, si sentiva privo di potere e finì per fuggire dal suo paese, la Sierra Leone, nello Zimbabwe.
Aveva 18 anni, ed era convinto che un giorno sarebbe tornato per vendicarsi e predicare la guerra. Invece, sta per tornare a casa con l'intento di costruire percorsi di pace.
Oggi Hindolo Pokawa ha 30 anni, ed è un membro di Nonviolent Peaceforce, il gruppo che sta lavorando da qualche anno alla costruzione di una forza di pace internazionale impegnata nell'intervento nonviolento di "terza parte".
Al presente, Nonviolent Peaceforce ha già addestrato e formato centinaia di persone, e spera di arrivare a parecchie migliaia nel 2010: capaci di interposizione, con completo supporto logistico, costoro dovrebbero poter intervenire nei conflitti in ogni parte del mondo.
In Zimbabwe, Pokawa ha studiato il ruolo dei diamanti nella guerra civile che ha devastato il suo paese per 11 anni, e grazie al padre, l'unico sopravvissuto della sua famiglia, si è avvicinato agli insegnamenti di Gandhi e di Martin Luther King. La decisione di approfondire la conoscenza della nonviolenza lo ha portato negli Usa nel 2000, a Minneapolis, dove ha frequentato l'università ed ha sposato una compagna di studi proveniente dall'India.
Le sue tracce rimarranno a lungo a Minneapolis, dicono i suoi compagni di Nonviolent Peaceforce. Come membro dell'organizzazione, Hindolo Pokawa ha lavorato con grande impegno nei quartieri più duri della città, parlando di pace e nonviolenza a ragazzi coinvolti nelle gang e perpetratori o vittime di crimini ed atti di violenza. "Sto davanti a voi come qualcuno che abbia una pistola puntata alla testa", così cominciavano spesso i suoi interventi, "Abbiamo qualcosa in comune, vedete. Dobbiamo lottare insieme, e vi dico, e lo credo con tutta l'anima, che la nonviolenza è molto più potente della pistola".
Lo studio e la pratica della nonviolenza, racconta Pokawa, lo hanno cambiato profondamente; tutto questo è diventato parte integrante di lui, qualcosa che non può più essere messo a tacere o lasciato indietro: "La mia nuova vita è come un'ombra che mi segue", scherza, "Se anche tentassi di ignorarla, non me lo permetterebbe... So che parlare è facile. So che rispondere con la violenza sembra naturale. Immaginate di essere costretti a guardare persone che amate in balia di uomini armati, e questi uomini chiedono loro: Manica lunga o manica corta? 'Manica lungà significa che taglieranno via una mano, 'manica cortà che amputeranno il braccio sino al gomito. Questo è ciò che noi in Sierra Leone abbiamo vissuto".
Oggi questo giovane uomo ritorna in un paese in cui esiste una fragile pace.
L'industria dei diamanti proclama di essere pulita, ora, ma Pokawa sa che i minatori vivono ancora in condizioni terribili, e che ben poco della ricchezza relativa ai diamanti resta in Sierra Leone. E rivedrà i sopravvissuti come lui, quelli mutilati e feriti di cui conosce le terribili vicende. Tornerà nel Minnesota, di cui ama gli innumerevoli laghi e le persone che lo affiancano nella lotta nonviolenta, ma pare proprio che la sua casa lo stia chiamando: "Devo andare. Devo cercare di capire cos'è cambiato e come. Ed ho bisogno di fare alle persone questa domanda: Cosa potrebbe spingerti a rovinare la vita del tuo vicino di casa, ad amputargli gli arti, ad ucciderlo? E voglio raccontare come la nonviolenza ha trasformato la mia vita, e come trasformerà le loro".