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Cari amici:

Sono a Hiroshima. Oggi è il 6 agosto. 75 anni fa, questo stesso giorno, una sola bomba eliminò la vita di migliaia di persone e lasciò inimmaginabili distruzioni in questa città. Ci siamo radunati qui i vescovi del Giappone in questo 75 ° anniversario della tragedia dello sgancio della bomba atomica sulla città di Hiroshima. Abbiamo pregato insieme e rinnovato il nostro impegno per la pace e il disarmo nucleare.

Tutti i governanti italiani dal dopo guerra ad oggi , si sono prostrati ai piedi dei governanti USA ed hanno sempre applicato per l’Italia le loro Direttive e voleri.

Anche il ministro della difesa italiano Lorenzo Guerini, di recente si è recato in USA , non per esternare la volontà di pace del governo Italiano contro le politiche guerrafondaie e terroristiche degli Americani, ma ancora una volta per eseguire le volontà di Trump e degli USA.

Sul viaggio del papa in Giappone vi trascriviamo l’articolo uscito oggi su “il Manifesto”.
“Appena un istante, tutto venne divorato da un buco nero di distruzione e di morte”. Così il papa ad Hiroshima. Ma lui è l’unico che resta ancorato a quel buco nero, l’unico che mette in gioco la sua autorità di leader per parlare da quel buco nero a un mondo che sembra voler correre a sprofondarvi di nuovo.

Una delle tante lezioni da trarre dalle guerre recenti, mi sembra questa: come ogni stato ha i suoi ambasciatori, oltre le spie, così dovrebbe avere un "avvocato dell'avversario", col compito di cercare, ascoltare, sostenere, nei conflitti acuti, le ragioni dell'avversario. Oltre il ministro della difesa (che pensa ancora la difesa soltanto in termini armati, militari), ci vuole il ministro della pace. Era questa la proposta di Aldo Capitini nel marzo 1948 (Cfr Aldo Capitini, Elementi di un’esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990, pp. 15-16 e Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni Cultura della Pace, Fiesole 1989, p. 102) e il suggerimento di Tullio Vinay nel febbraio 1977 (Cfr T. Vinay, L'utopia del mondo nuovo. Scritti e discorsi al Senato, Claudiana, Torino 1984, p. 285). Un tale ministro sarebbe incaricato di tenere aperta, e riaprire sempre, la ricerca dialettica e autocritica della verità e giustizia nelle controversie, con esclusione delle soluzioni violente, come impongono l'art. 11 della Costituzione e la Carta dell'Onu.

Le scrivo per invitarLa ad aderire alla Giornata nazionale di mobilitazione contro i muri della vergogna che si svolgerà sabato 9 novembre 2019, in occasione del 30° anniversario della caduta del Muro di Berlino.

Care amiche ed amici,

con la “Giornata della pace” comincia martedì prossimo un anno di guerra. Quella che oggi ci funesta è la guerra che, andando oltre gli stessi conflitti già combattuti ed in corso quando il mondo era diviso in blocchi, ha avuto inizio nel 1989 con la caduta del Muro e si è posta come obiettivo il dominio finale sulla terra, questa volta da parte del capitale sovrano. Guerra mondiale, dice il papa, ma a pezzi.