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Il caso del comune di Zeri (MS) e le contraddizioni della Regione Toscana rispetto all'acuqa pubblica

“Sto con il piccolo comune di Zeri e con il lungimirante rifiuto dei suoi abitanti di farsi assorbire, fra qualche anno, in un mega-gestore privatizzato dell’acqua. Sto con Zeri perchè è un tassello del più generale conflitto per l’acqua pubblica, per cui mi batto da sempre”.

Tommaso Fattori, oggi capogruppo in consiglio regionale di Sì Toscana a Sinistra e in passato fra i fondatori del “Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua” e promotore dei referendum del 2011, ribadisce vicinanza e solidarietà con gli abitanti di Zeri, un piccolo paese di montagna in provincia di Massa Carrara, e racconta: “ il comune di Zeri si rifiuta di entrare in Gaia Spa, la società di gestione dell’acqua della zona nord della Toscana. Rossi vuol inviare fra qualche giorno un commissario che, sostituendosi al Sindaco, operi d’imperio il trasferimento ma il piccolo paese resiste e vuol mantenere la gestione diretta del servizio idrico da parte del Comune. Sì Toscana a Sinistra sta dalla parte di Zeri, dei suoi abitanti e del suo sindaco, cui esprime piena solidarietà”.

Aggiunge Fattori, allargando l’orizzonte: “ci sono tante piccole o piccolissime realtà del nostro paese che mantengono una gestione diretta del servizio idrico da parte del Comune, una gestione ottima. Le infrastrutture sono in buono stato, i cittadini pagano bollette quasi inesistenti. I comuni montani al di sotto dei 1000 abitanto ne hanno diritto, a Zeri si rimprovera di avere 1096 abitanti, 96 in più del consentito.”

“Ma non dobbiamo mai perdere di vista il punto essenziale di qualsiasi vicenda che riguarda l’acqua, che è molto semplice: battersi in ogni modo per una gestione interamente pubblica del servizio idrico, attraverso enti di diritto pubblico e non attraverso enti di diritto privato come le Società per Azioni, il cui fine è il profitto e la remunerazione del capitale degli azionisti. Una gestione pubblica che sia trasparente e partecipata dai cittadini, questo è l’obiettivo”.

“Fa bene il paesino Zeri a contestare implicitamente l’attuale ATO unico regionale. Come già per i sei “ambiti territoriali ottimali” precedenti, la Toscana non ha mai disegnato gli ATO come la legge nazionale avrebbe chiesto e imposto, cioè in base ai bacini idrografici, con l’obiettivo di tutelare la risorsa acqua. No, sono stati disegnati in base a calcoli di tipo amministrativo ed economico-finanziario e la Regione Toscana ha ora in mente un’ ulteriore forzatura, che è la logica conseguenza dell’Ato unico: la creazione di un mega-gestore unico regionale, naturalmente con dentro i soci privati. Un carrozzone privato in cui far confluire anche Gaia Spa. Il rifiuto degli abitanti di Zeri e del sindaco Pedrini va dunque letto come un lungimirante rifiuto di farsi assorbire dentro un meccanismo che entro alcuni anni consegnerà la gestione del servizio idrico integrato ad un mega-soggetto privatizzato, che farà perdere ai cittadini qualsiasi controllo sulla propria acqua e sulle infrastrutture locali”.

Conclude Fattori: “chi mi conosce sa che ho speso gran parte della mia vita ad occuparmi di beni pubblici globali, di beni comuni materiali e immateriali e in particolare di acqua, simbolo dei beni comuni naturali. Tanti anni fa partimmo in pochissimi, proprio qua in Toscana, a mettere in piedi un movimento e una campagna per l’acqua bene comune; poi, passo dopo passo, siamo riusciti a costruire leggi d’iniziativa popolare regionali e nazionali, il referendum del 2011 e persino una “Iniziativa dei Cittadini Europei” a Bruxelles nel 2014. Malgrado le tante vittorie, la strada è ancora in salita e il caso di Zeri, per essere compreso nel suo pieno significato, deve essere visto come un piccolo tassello di questo più generale conflitto per una gestione pubblica e virtuosa dell’acqua e dei beni comuni, per cui mi batto da sempre e che è parte della mia storia. Per questo io sto con Zeri, senza se e senza ma”.