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"Se pietà di me non senti". due preghiere alle Deputate e ai Deputati della Repubblica

Oggetto: preghiera di non avallare un insieme di misure che negano l'eguaglianza dinanzi alla legge e perseguitano innumerevoli innocenti; e preghiera di riconoscere finalmente il diritto di voto a milioni di persone oneste e generose che vivono stabilmente in Italia e sono tuttora assurdamente private del primo diritto democratico.

Gentilissime Deputate e gentilissimi Deputati,

due giorni fa, proprio mentre voi votavate in difesa dei diritti dei migranti minorenni non accompagnati, e di ciò vi siamo grati, la maggior parte delle vostre colleghe e dei vostri colleghi del Senato votavano invece la fiducia al governo che attraverso essa imponeva l'approvazione di recenti misure che violano fondamentali diritti umani in danno dei migranti e che addirittura creano un incostituzionale "diritto separato" tale per cui in tribunale la legge non è più uguale per tutti, ma ai migranti vengono negate talune delle basilari guarentigie giuridiche su cui si fonda l'amministrazione della giustizia in uno stato di diritto.

L'anomico provvedimento legislativo a sostegno del quale è stato estorto alla maggioranza dei senatori un non persuaso consenso attraverso il ricatto del voto di fiducia, dovrà ora essere sottoposto al vostro voto in via definitiva, ed è facile supporre che il governo possa ancora una volta voler usato il medesimo strumento.

Ebbene, gentilissime Deputate e gentilissimi Deputati, dal profondo del cuore vi preghiamo di non subire quel ricatto, e di dichiarare fin d'ora che se il governo ponesse la questione di fiducia per imporre misure razziste e disumane, voi votereste "no", perché quelle misure sono palesemente immorali e illegali, crudeli e disumane, indegne di un paese civile, indegne di un ordinamento democratico, indegne di uno stato di diritto, indegne di persone senzienti e pensanti.

Gentilissime Deputate e gentilissimi Deputati,

la deriva verso la barbarie razzista e uno scellerato regime di apartheid può essere fermata, deve essere fermata.

Ebbene, insieme alle vostre colleghe ed ai vostri colleghi del Senato voi avete la possibilità di dare uno straordinario contributo alla difesa della democrazia ed alla promozione dei diritti umani: legiferando nella prossima legge elettorale il riconoscimento del diritto di voto per tutte le persone residenti in Italia; è una scelta di civiltà non più eludibile, non più rinviabile.

Da alcune settimane numerose illustri personalità della cultura, della riflessione morale e dell'impegno civile, delle istituzioni democratiche, hanno promosso un "appello all'Italia civile" affinché sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono in Italia. In esso si evidenzia che il fondamento della democrazia è il principio "una persona, un voto", e che l'Italia essendo una repubblica democratica non può continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. In esso si rileva che "vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano". Se ne conclude che è giunta l'ora che a tutte queste persone sia finalmente riconosciuto il diritto di votare.

Gentilissime Deputate e gentilissimi Deputati,

siamo certi che condividete gli impegni che di seguito sinteticamente enunciamo: mai più tribunali speciali; mai più leggi razziali; mai più campi di concentramento; mai più deportazioni; mai più schiavitù; mai più persecuzioni; mai più apartheid.

Siamo certi che non solo voi ma anche tutte le senatrici e tutti i senatori e tutte le ministre e i ministri nel loro cuore condividono la convinzione che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.

Quelle obbrobriose misure razziste il Parlamento - fedele alla Costituzione repubblicana e all'umanità - non le converta in legge; ed il Governo stesso le revochi e riconosca di aver commesso un errore sesquipedale in un momento di accecamento.

E finalmente pienamente s'inveri la democrazia nel nostro paese: una persona, un voto.

Gentilissime Deputate e gentilissimi Deputati,

ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e per quanto vorrete fare in difesa della legalità che salva le vite, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani, della democrazia, della repubblica, del bene comune dell'umanità, vogliate gradire distinti saluti.

Il "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani" di Viterbo

 

Viterbo, 31 marzo 2017