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La riforma del regolamento Dublino proposta dal Parlamento europeo va sostenuta dall'Italia

Dalle notizie di stampa sulla riforma del Regolamento Dublino è sorprendentemente assente proprio il punto nodale rappresentato dal testo di riforma votato a larga maggioranza dal Parlamento Europeo nel novembre 2017. Un testo che riforma a fondo la materia sulla base dei principi di solidarietà ed equa distribuzione delle responsabilità tra gli Stati come prescrive l'art. 80 del Trattato.Il Consiglio dell'Unione e i singoli Stati sono tenuti nel procedimento di co-decisione legislativa con il Parlamento Ue a cercare un compromesso con questo testo di cui nessuno, neppure il Governo italiano, parla.

Il testo di riforma del Regolamento Dublino votato dal Parlamento Europeo alcuni mesi fa e su cui si basa la discussione sopprime il criterio che attribuisce la competenza all'esame della domanda di asilo al primo Paese nel quale il richiedente arriva a favore di un nuovo meccanismo di quote obbligatorie.

Ciò ridà equità ad un sistema che oggi schiaccia i Paesi che hanno frontiere esterne dell'Unione e che si trovano sulle principali rotte di fuga. Perché il Governo italiano tace sul testo del Parlamento invece di sostenerlo politicamente?

Ricordiamo, perciò, cheASGI evidenzia che le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell'Interno, Matteo Salvini, in merito alla decisione di votare "contro" il Regolamento Dublino appaiono ambigue. Non si comprende, infatti, contro cosa il neoministro annuncia di voler votare dal momento che l'Italia, come tutti gli altri paesi dell'Unione è chiamata ad esprimersi sull'innovativo testo di riforma votato nel novembre 2017 dal Parlamento Europeo a larga maggioranza, fondato su due pilastri.

Il primo pilastro è rappresentato dal superamento del criterio in base al quale la competenza all'esame delle domande di asilo si radica nel primo paese nel quale il richiedente fa ingresso irregolare a favore di un nuovo criterio basato sulla distribuzione obbligatoria dei richiedenti asilo in tutti i paesi UE, indipendentemente dal Paese di primo ingresso, sulla base di parametri oggettivi quali il PIL e la popolazione.

ASGI evidenzia come nello stesso "contratto di Governo" la riforma del Regolamento Dublino con l'introduzione delle quote obbligatorie per ogni Paese UE è indicata come una priorità politica dell'attuale esecutivo:

"È necessario il superamento del Regolamento di Dublino. Il rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità sancito dal Trattato sul funzionamento dell’UE deve essere garantito attraverso il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell'UE, in base a parametri oggettivi e quantificabili e con il reindirizzo delle domande di asilo verso altri Paesi". [Contratto di Governo Lega - Movimento 5 stelle]

Il secondo pilastro è rappresentato dalla necessità di tenere conto, nell'assegnazione della competenza, dei "legami significativi" dei richiedenti asilo con uno specifico paese dell'Unione per ragioni famigliari (allargamento della nozione di famiglia) per precedenti soggiorni per lavoro o studio, per sponsorizzazione del richiedente da parte di enti.

I due pilastri, entrambi ispirati al rispetto del principio di solidarietà ed equa ripartizione delle responsabilità, anche finanziarie, tra gli Stati dell'Unione, rappresentano una "rivoluzione copernicana" rispetto alla situazione attuale che da un lato penalizza gli Stati (come l'Italia) che hanno frontiere esterne e dall'altro non tiene in alcun conto dei legami e dei percorsi migratori dei richiedenti (rallentando così i processi di integrazione sociale).

Forse nelle sue dichiarazioni il neoministro Salvini ha inteso fare riferimento a una recente proposta avanzata dall'attuale Presidenza bulgara che è in netta opposizione al testo di riforma del Parlamento europeo in quanto mantiene fermo il criterio della competenza del primo Paese di ingresso (prevedendo quote di ripartizione solo di fronte a situazioni di assoluta emergenza e carico abnorme su un solo Paese) e ignora completamente i legami significativi del richiedente con un dato Paese.

In tale caso si tratterebbe di una posizione condivisibile.

ASGI ritiene pertanto che l'Italia debba sostenere pienamente la riforma del Regolamento Dublino III come votato dal Parlamento europeo, eventualmente proponendo modifiche migliorative del testo stesso, specie in relazione alla condizione del minori stranieri non accompagnati.



Per approfondire

Il prolungarsi delle discussioni e le divergenze tra i governi minacciano l’indispensabile aggiornamento delle regole europee sul diritto d’asilo– Vox Europ/Osservatorio Balcani Caucaso

A leadership test for the EU- Intervento di Amnesty International sulla riforma del Regolamento Dublino

Con la riforma del Regolamento Dublino approvato dalla Commissione LIBE del Parlamento UE profondo cambio di paradigma

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