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Gli "auguri non convenzionali" dellaTavola della Pace e della Cooperazione

Come ogni anno, in vista delle festività del Natale e dell’inizio del nuovo anno, la Tavola della Pace e della Cooperazione ci tiene a rivolgere, in forma non rituale e non convenzionale, i migliori auguri a tutte le persone a cui giunge il nostro messaggio e, al tempo stesso, a richiamare i grandi valori della solidarietà, della giustizia e della pace, che non debbono essere offuscati dallo sfolgorio delle luci artificiali ad uso commerciale, che solitamente hanno il sopravvento sulle idee, sui sentimenti e sui bisogni delle persone. Per questo intendiamo rafforzare il significato più profondo del gesto augurale con due riflessioni che sono coerenti con i valori racchiusi nelle festività a cui ci avviciniamo:

Per la prima delle due riflessioni, strettamente riferita al messaggio della Natività, diffondiamo volentieri una specie di “parabola moderna” che ci è stata inviata dall’amico Antonio Vermigli, presidente di Rete Radié Resh, il quale, da cattolico impegnato nel grande campo della solidarietà e della giustizia, ci propone di  rileggere il messaggio e la figura di Gesù nelle sembianze e nelle condizioni di vita degli esclusi e degli ultimi della scala sociale dei nostri tempi. La riflessione e la parabola di Antonio Vermigli rispecchiamo valori che sono perfettamente condivisi anche dai non credenti o dai seguaci di altre fedi, che sono impegnati nella promozione della giustizia e dei diritti uguali per tutti. Potrete leggere il testo di Antonio Vermigli qui di seguito al presente messaggio.

Per la seconda riflessione vi proponiamo due fatti di questi giorni, nel momento in cui il sistema dell’informazione mediatica è totalmente occupato dalla rappresentazione del teatro della politica, in cui, dopo l’annunciata sfiducia del Pdl al governo Monti, il precedente e l’attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi e Mario Monti si stanno alternando per conquistare il proscenio in vista delle imminenti elezioni. Entrambi stanno tenendo banco sulla carta stampata e sulle televisioni e cercano di incantare i cittadini elettori su una sorta di dilemma amletico dell’”essere, non essere …. candidati”.

Come accade troppo spesso, anche in questo caso dietro le quinte, fuori dalle luci della ribalta, restano ignorate due notizie apparentemente estranee l’una dall’altra, ma, a nostro avviso, fortemente legate fra loro dal fatto di essere due facce della stessa crisi economica e politica che sta attraversando il nostro tempo e sui rischi di sempre maggiore coinvolgimento del nostro paese nelle guerre prossime venture.

La prima notizia, riportata nelle pagine interne di alcuni organi di stampa, riguarda il fatto che tre grandi banche europee, Deutsche Bank, Ubs, Depfa Bank e l’americana Jp Morgan sono state condannate per truffa ai danni del Comune di Milano e sono state sottoposte ad una confisca di beni per il valore di 88 milioni di Euro.

L’altra notizia, ancora più nascosta della prima, tanto da risultare per i cittadini una non-notizia riguarda l’avvenuta rapida approvazione con una maggioranza bulgara bipartisan del Decreto di Legge Delega finalizzato al rafforzamento dell’apparato militare, che trasforma le Forze Armate in uno strumento da guerre ad alta intensità da portare sui teatri di tutto il pianeta, incompatibile con l'articolo 11 della Costituzione. Il provvedimento impegna più di 230 miliardi per i prossimi 12 anni, senza aumentare di un solo grado la nostra sicurezza, mentre aumenta di fatto la spesa pubblica. Salta agli occhi e indigna il fatto che tutti (fatta eccezione per una minoranza di parlamentari, fra cui quelli dell’Italia dei valori) siano stati d’accordo nell’assegnare alla chetichella a questo provvedimento, a nostro avviso osceno, una corsia preferenziale, proprio mentre andavano a cadere, a causa dello scioglimento delle Camere, una lunga serie di provvedimenti ben più importanti e urgenti come il cambiamento dell’attuale legge elettorale da tutti definita “porcellum”.

In questo caso il governo e il parlamento non si sono preoccupati di tagliare la famigerata spesa pubblica, per abbattere la quale, nel frattempo, il governo Monti ha imposto misure feroci contro i lavoratori dipendenti, i precari, i pensionati, la scuola, la sanità e i servizi sociali erogati dagli Enti locali ai cittadini. Quelle misure sono state ogni volta giustificate con la necessità di ammansire “i mercati”, cioè quegli stessi mercati, che dal 2008 ad oggi hanno scatenato la crisi finanziaria ed economica che ha messo in ginocchio le economie della maggior parte di paesi dell’Unione Europea e che hanno imposto le agende politiche degli stati indebitati e la nomina dello stesso Mario Monti a capo del governo italiano.

Non a caso sono quegli stessi mercati finanziari gli stesi mercati anglo – americani, che dal 2008 stanno usando i giudizi tendenziosi (“downgrading falsi e tripla AAA a pagamento”- Federico Rampini, La Repubblica 18.04.2012), pubblicati dalle agenzie di rating al loro servizio, per accumulare enormi profitti, scommettendo sui fallimenti degli stati dell’Eurozona, attraverso il declassamento dei rispettivi titoli del debito pubblico e l’imposizione di politiche impopolari e recessive. Su questi temi molti di voi ricorderanno il dibattito approfondito che abbiamo realizzato lo scorso mese di marzo, in occasione del convegno su "La Grande Crisi", con l'intervento di tra famosi economisti di diversa scuola economica. Per ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni metteremo a disposizione di chi lo chiederà un ponderoso dossier di editoriali e di saggi, in forma di rassegna stampa tematica, tratti nell’arco di tempo che va dal 2007 (anno in cui è esplosa negli Stati Uniti la bolla finanziaria dei mutui subprime, che provocò il fallimento della più grande banca di affari americana, Lehman Brothers) fino ai nostri giorni.

E’ riflettendo attentamente anche su questi fatti che possiamo augurarci, non senza impegnarci a fare coerentemente la nostra parte per …, l’avvento di un anno migliore.

Sara Novi, Rubina Neri, Magda Ristori, Cesare Messina. Pietro Pertici

Comitato Esecutivo della
Tavola della Pace e della Cooperazione
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