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Cresce il numero di appelli per l'ex Colorificio liberato a Pisa

"Non bisogna interrompere un'esperienza così significativa e importante, nata grazie all'impegno di associazioni che operano a beneficio della città". Anche il noto storico e editorialista di "Repubblica", Adriano Prosperi, professore emerito della Scuola Normale, si schiera a sostegno dell'ex Colorificio a pochi giorni di distanza dalla sentenza che ne ordina il sequestro. "Quanto si va realizzando da alcuni mesi all'ex Colorificio" continua Prosperi "costituisce un episodio raro in una città in cui a una popolazione giovanile e studentesca sfruttata da affittacamere e luoghi di consumo non viene offerta che la rumorosa solitudine di notti di sballo. L'impegno del Comune per una soluzione positiva è doveroso" conclude lo studioso "anche perché l'alternativa che si intravede è solo quella della restituzione dell'ex Colorificio alle logiche della speculazione privata e della cementificazione, logiche evidentemente fallimentari come lo spettacolo quotidiano dell'uso del paesaggio e della realtà urbana ci mette sotto gli occhi".   
E' solo l'ultima delle prese di posizioni pubbliche che, nelle ultime due settimane, si sono espresse a favore del Municipio dei Beni Comuni e contro lo sgombero dell'ex Colorificio liberato.
Lo stesso Dario Vergassola, noto comico e conduttore televisivo, sottolineando come sia un delitto tenere un posto in quelle condizioni sottolinea come "il Comune dovrebbe ascoltare le potenzialità e gli stimoli positivi che provengono dalla cittadinanza, facendole proprie, incanalando questo bisogno che c'è da parte dei cittadini di darsi da fare per migliorare la realtà".
Un appello al Comune fatto proprio anche da Libera, per bocca di Andrea Bigalli, referente Libera Toscana e di Fabrizio Tognoni, referente Libera Pisa che chiedono alle istituzioni "di farsi promotrici di un'iniziativa che consenta di evitare il temuto sgombero dell'area e che consenta a chi finora ne ha garantito la fruibilità nell'interesse dei cittadini, di continuare a custodirla. Le buone pratiche di cittadinanza impegnata e responsabile come quella dell'ex Colorificio" conclude Libera "vanno sostenute e promosse, certo non chiuse".
E ancora, Legambiente Pisa che ricorda come il Municipio dei Beni Comuni dia una risposta ad alcuni bisogni veri della città, utilizzando dei locali abbandonati e chiede: "tali locali devono tornare vuoti e fatiscenti?".
A sostegno ed a difesa della esperienza del Municipio dei Beni Comuni e dell'ex Colorificio si sono espressi anche Don Armando Zappolini, il professor Giorgio Pizziolo, lo storico dell'arte Tomaso Montanari, l'archeologo Salvatore Settis, il sociologo britannico David Harvey e più di una sessantina di realtà della società civile e dell'associazionismo toscano e nazionale, numero in continua crescita.
Tra i sostegni significativi ricordiamo quelli degli operai della fabbrica greca occupata Vio.Me e della fabbrica argentina Impa, oltre a prese di posizione di diverse forze politiche come Rifondazione Comunista, Per un'altra città di Firenze, il Comitato Pisa per Civati (PD) che riconosce l'importanza dell'esperienza dell'ex Colorificio e si rivolge al suo stesso partito sottolineando come "un partito che teme il confronto, anche aspro e dialettico, su questi temi, è un partito che non ha futuro". Non ultima la presa di posizione di SEL, in visita all'ex Colorificio lunedì mattina con il parlamentare pisano Nicola Fratoianni e diversi amministratori tra cui l'assessore alla Cultura di Pisa Dario Danti, che ha dichiarato di voler chiedere esplicitamente "al questore di Pisa di non procedere allo sgombero dell'ex Colorificio Liberato".
"Il numero di attestati di solidarietà e di sostegno che provengono dal mondo della cultura, dell'associazionismo, della politica istituzionale" sottolinea il Municipio dei Beni Comuni, "dimostra come la questione dell'ex Colorificio non possa essere ridotta a banale questione di ordine pubblico o di ricerca di uno spazio dove creare socialità. La nostra azione" ribadisce il Municipio dei Beni Comuni, "vuole mettere in discussione in modo radicale un concetto di città che fa leva sul cemento, sull'asfalto, sul consumo di suolo e che vede nell'eccessiva tutela dei diritti della proprietà privata uno degli elementi da rimettere in discussione".

"O il Comune di Pisa, come da più voci richiamato, decide di giocare un ruolo all'altezza del suo mandato" conclude il Municipio dei Beni Comuni, "o questa situazione si concluderà con l'ennesima ritirata della tutela dei diritti collettivi davanti alla tracotanza degli interessi privati, e con il tentativo di chiudere negli stretti ambiti del codice penale un'esperienza come quella dell'ex Colorificio Liberato, oramai riconosciuta a livello nazionale ed internazionale. Un'occasione persa per una città come Pisa, che ambisce ad essere Capitale della Cultura per il 2019, ma che rischia di leggere l'innovazione e la sperimentazione sociale come fastidiosi impedimenti in un percorso fatto di una politica ormai in disuso".

L'elenco completo degli appelli http://www.inventati.org/rebeldia/spazi-sociali/tutti-i-comunicati-di-solidariet.html