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Auguri non convenzionali dalla Tavola della Pace e della Cooperazione di Pontedera

L’avvicinarsi del giro di boa dal 2014 al 2015 induce, come ogni fine/inizio d’anno, pensieri, riflessioni e sentimenti diversi a seconda delle condizioni di vita dei singoli, delle famiglie e delle fasce sociali. La storia ci dice che la vigilia di un anno nuovo ha sempre suscitato nell’umanità suggestioni molto forti, anche se diversamente caratterizzate a seconda delle culture che nello spazio e nel tempo ne hanno accompagnato l’ evoluzione e anche se la data del capodanno è stata diversamente stabilità dai diversi popoli del pianeta. Naturalmente quella del capodanno non è l’unica data importante. Ogni popolo ha fissato nel proprio calendario annuale anche altre date, a cui ha attribuito significati importanti. Il più delle volte le varie date sono dedicate al ricordo di fatti delle propria storia o a simboli specifici della propria cultura particolare e quindi non sono condivise in modo universale.

Invece, nella data riconosciuta come momento di nuovo inizio e di passaggio da un tempo che si chiude ad un altro che si apre, c’è sempre legato un sentimento che accomuna tutti gli esseri umani: la speranza di poter vivere meglio e perfino di essere più felici.

Riteniamo che ogni essere umano, nessuno escluso, abbia diritto alla speranza e alla felicità, ma sappiamo bene che speranza e felicità sono possibili soltanto in contesti caratterizzati dal rispetto dei diritti umani e dalla pace.

E’ in questo senso che rispettiamo la tradizione, tipica di questi giorni, di scambiarsi gli auguri di buone feste e di buon anno. Ed è ciò che desideriamo per tutti i destinatari di questo messaggio.

Riteniamo tuttavia che sia giusto tenere presente che, purtroppo, le date del calendario, anche la più suggestiva per tutti, come quella del capodanno, non possono far dimenticare i casi in cui le condizioni presenti sono talmente terribili da gettare la ragione di chi le vive nel peggiore pessimismo, che è l’anticamera della disperazione, anziché della speranza.

Perciò, in questa nostra riflessione non possiamo dimenticare le situazioni drammatiche che rendono assai difficile, per usare un termine leggero, la vita di tante persone anche nel nostro paese e che costringono in condizioni di sofferenza e miseria estrema persone e popoli di altre parti del mondo, per i quali è spesso negata la stessa possibilità di sopravvivenza.

Non crediamo che ci sia bisogno di fare in questa sede l’elenco di simili situazioni. Sarebbe sicuramente un elenco incompleto.

Riteniamo tuttavia che la Tavola della Pace e della Cooperazione debba richiamare il fatto che la speranza e la possibilità per ciascuno di andare incontro a tempi migliori dipende, anche nel nostro Paese, in grandissima parte dal fatto che migliorino le situazioni del contesto in cui viviamo, con la possibilità per tutti di godere di diritti fondamentali, come il diritto al lavoro, come il diritto alla salute e come i diritti di cittadinanza previsti dalla Costituzione, che per molti aspetti è tuttora disattesa.

Per le persone e i popoli di molte parti del mondo, che si trovano nelle terribili condizioni sopra richiamate, la possibilità di sperare è legata alla cessazione di ogni forma di ingiustizia, di oppressione, di violenza e di guerra.

Per tutta l’umanità la speranza nel futuro è sicuramente legata a una radicale riconversione dell’economia globale, con la fine del dominio da parte dei centri del potere finanziario ed economico mondiale, che perseguono l’allargamento continuo della propria influenza facendo ricorso perfino alla violenza e alla guerra.

Parla proprio di questo aspetto fondamentale un articolo di questi giorni di padre Alex Zanotelli, che alleghiamo a questo messaggio come strumento di informazione, di riflessione e, se necessario, di discussione, come si richiede e fa sempre bene in ambiente democratico.

Riteniamo che anche il discorso di papa Francesco all’assemblea della FAO, che alleghiamo, affronti il problema della fame nel mondo chiamando alle proprie responsabilità i governi e le istituzioni economiche mondiali.

Forse qualcuno fra coloro che leggeranno queste riflessioni penserà che si stia parlando ancora una volta di cose troppo grandi per le possibilità di ciascuno di noi. Ciò è vero fino ad un certo punto, nel senso che ciascuno di noi non può certamente, da solo, risolvere problemi di tale portata. E’ vero tuttavia che, almeno finché riusciamo a conservare le libertà democratiche, possiamo condividere l’impegno e unire le forze per costruire un mondo migliore e la pace, incominciando dal nostro stesso ambiente, dove pure i problemi non mancano.

Per fortuna ci sono tanti esempi di società civile organizzata, con miglia e migliaia di persone che sono impegnate quotidianamente nella lotta per la giustizia, e la libertà, con la solidarietà e con la cooperazione. Facciamo qui un solo esempio che valga per tutti, richiamando l’associazione Libera, fondata da don Luigi Ciotti, che promuove quotidianamente la lotta civile contro le mafie e contro la corruzione.

Sappiamo che limitarci (solo per ragioni di brevità e anche perché sarebbe difficile fare un elenco completo), alla citazione di Libera non offenderà nessuno, ben sapendo che potremmo citare tante altre organizzazioni che lottano ogni giorno per il diritto al lavoro, per il diritto al cibo, per il diritto alla casa, per la libertà di associazione, per i diritti di cittadinanza.

Ed ecco il punto. Cosa può fare ciascuno di noi per dare concretezza all’augurio di un futuro migliore per tutti?

La risposta è semplice: possiamo (dobbiamo) innanzitutto fare tutto il possibile nelle sedi in cui operiamo per garantire l’esistenza e la presenza attiva nel territorio di tutte le organizzazioni che dedicano il proprio impegno quotidiano alla difesa dei diritti umani e sociali. Possiamo (dobbiamo) inoltre, partecipare attivamente alle loro iniziative (nonviolente) affinché possano incidere efficacemente per migliorare la realtà.

Cosa analoga possiamo fare per quelle persone e quei popoli che sono oppressi da tirannie e/o sopraffatti da politiche economiche e militari straniere insopportabili.

Possiamo (dobbiamo) fare leva sugli strumenti democratici di cui disponiamo affinché il Parlamento ed il Governo italiano adottino in tutte le sedi una politica internazionale finalizzata alla cessazione delle guerre, al progressivo disarmo, compreso quello nucleare, al riconoscimento del diritto delle persone e dei popoli all’indipendenza economica e politica, all’autodeterminazione e alla pace. Quel che è certo è che non mancheranno le occasioni, perché, purtroppo, ce n’è tanto bisogno .

E’ questo l’augurio “attivo” che riteniamo di dover fare a tutti voi/noi:

BUON ANNO 2015

il Comitato Esecutivo della

Tavola della Pace e della Cooperazione

Via Brigate Partigiane, 4 56025 Pontedera (PI)

tel. 0587-2995050587-299505/6 fax:0587/292771

C.F. : 90041310500

IBAN: IT69 T063 0071 130C C102 0200 753

E-Mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

sito web: www.cooperareperlapace.it

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